Ti basta un imbuto e due palline e il divertimento è assicurato: tutto grazie alla fisica
La fisica può essere spiegata anche con elementi semplici, come un imbuto e delle palline. E ciò permette anche di divertirsi imparando.
Capita spesso che la fisica sembri un mondo lontano, fatto di formule astratte e concetti che richiedono laboratori super attrezzati. Eppure, una delle cose più affascinanti di questa disciplina è che può essere raccontata usando oggetti comunissimi, quelli che si trovano in cucina, in tasca o sulla scrivania.
Quando si parte da oggetti familiari, la fisica smette di essere un tema da “esperti” e diventa un’esperienza vicina alla vita quotidiana. Un semplice elastico può introdurre il concetto di energia potenziale, una lampadina spenta e accesa fa capire la differenza tra circuito aperto e chiuso.
Questo approccio aiuta anche a cambiare prospettiva: ciò che sembrava “magia”, come un oggetto che si attacca, una carta che vola o un liquido che si muove da solo, diventa una domanda scientifica.
Usare elementi comuni non semplifica la fisica, ma la rende accessibile. È come tradurre un testo difficile in una lingua che tutti parlano: il contenuto rimane, ma finalmente si può capire, toccare e perfino ripetere da soli, senza un laboratorio o un titolo accademico.
Bastano un imbuto e una pallina
Imbuto a testa in giù, una pallina leggera appoggiata sull’estremità più stretta e poi un soffio: sembra quasi che la pallina venga risucchiata verso l’interno invece di cadere. Se si prova a fare il contrario (imbuto in posizione normale e si soffia cercando di sollevare la pallina), il risultato è ancora più strano: invece di schizzare via, la pallina resta lì, come se fosse “incollata” dal flusso d’aria. A prima vista sembra un trucco, perché l’istinto direbbe che un getto d’aria dovrebbe semplicemente spingere via l’oggetto più leggero.
Eppure non succede nulla di simile. La pallina non vola, non cade, resta sospesa o addirittura sale dentro l’imbuto. Ed è qui che entra in gioco un concetto della fisica che spesso si incontra solo nei libri, ma che invece si nasconde in una cosa semplice come un soffio d’aria: i fluidi, o meglio, la fluidodinamica. L’aria, anche se non si vede, si comporta come un vero fluido, e quando scorre vicino alla pallina mette in moto meccanismi tutt’altro che intuitivi.

Cosa dice la fisica
Quando si soffia lungo le pareti interne dell’imbuto, l’aria che scorre intorno alla pallina si muove molto velocemente. E secondo il principio di Bernoulli, che in parole semplici dice che dove un fluido scorre più veloce la pressione diminuisce, la velocità dell’aria crea una zona di bassa pressione proprio intorno alla pallina. Quindi, mentre tutto intorno si forma una specie di “depressione”, sulla pallina continua ad agire la normale pressione atmosferica. La differenza di pressione è ciò che la spinge verso l’alto o la tiene attaccata all’imbuto, come se fosse risucchiata.
In pratica, la pallina non viene spinta via dal soffio, ma risucchiata verso l’interno dell’imbuto proprio perché la zona d’aria veloce esercita meno pressione rispetto all’aria ferma che la circonda. È lo stesso motivo per cui, in certe dimostrazioni, un foglio viene “attaccato” a un getto d’aria invece di essere allontanato. Che l’imbuto sia rivolto verso l’alto o verso il basso, il risultato non cambia: soffiare non spinge fuori la pallina, ma la intrappola grazie alla differenza di pressione creata dal flusso d’aria (effetto Bernoulli).