Patatine fritte perfette grazie alla scienza: cuocile così e farai un figurone
Le patatine fritte sono amate da tutte le persone. Eppure per renderle perfette e gustose esiste un metodo molto sottovalutato!
Le patatine fritte sono uno di quei cibi che mettono d’accordo quasi tutti: semplici, croccanti, irresistibili nella loro combinazione di sale, calore e consistenza.
Non hanno bisogno di grandi presentazioni, perché fanno parte dell’immaginario collettivo da decenni, che si parli di fast food, pranzi casalinghi o street food.
La loro storia è curiosa: si discute ancora se siano nate in Belgio o in Francia, ma in ogni caso si sono diffuse in tutto il mondo molto prima dell’epoca dei social. Dove arrivano, si adattano: cambiano taglio, spessore, tipo di olio, persino forma, dalle “chips” sottilissime alle rustiche tagliate a mano.
Oltre al gusto, hanno anche un valore “sociale”: sono un cibo da condividere, spesso servito come contorno ma capace di diventare protagonista. Una porzione di patatine può trasformare un piatto qualunque in qualcosa di più goloso, quasi consolatorio.
La patatina perfetta!
Quando si parla di patatine fritte fatte bene, non si pensa solo al sapore: c’è quell’equilibrio quasi magico tra la crosta che fa crunch e l’interno morbido, quasi cremoso. Non è un caso se ogni volta che si assaggiano patatine riuscite male, la delusione arriva ancora prima del gusto.
La verità è che dietro quel risultato, che sembra così semplice, c’è una specie di rituale fatto di tagli precisi, tempi giusti e temperature che non si possono improvvisare troppo. Insomma, preparare le patatine non è comunque una passeggiata.
Quali sono le procedure da seguire
Come riportato da Popular Science, per ottenere patatine croccanti fuori e morbide dentro, le fonti concordano su una serie di passaggi abbastanza precisi. Prima di tutto, conta il tipo di patata: le varietà ricche di amido e povere d’acqua, come le russet, sono le più adatte. Il taglio deve essere regolare (circa 6 mm), e le patate vanno immerse in acqua fredda per eliminare l’amido superficiale, che altrimenti impedirebbe una frittura uniforme. Dopo il risciacquo, è fondamentale asciugarle con cura, perché l’acqua residua provoca schizzi e riduce la croccantezza finale.
La cottura ideale segue il metodo della doppia frittura: una prima passata in olio a media temperatura (circa 170 °C) serve a cuocere l’interno senza far dorare la superficie. Una volta scolate, si alza la temperatura dell’olio intorno ai 185-190 °C per la seconda frittura, quella che crea la crosta croccante grazie alla disidratazione della superficie e alla reazione di Maillard. Appena tolte dall’olio vanno salate subito, perché il sale aderisce meglio quando sono ancora bollenti.
