Mettere l’olio nell’acqua della pasta serve davvero? Gli esperti smontano un mito italiano

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Più che un semplice procedimento: ormai un’abitudine per chi, in tutta Italia, si mette giornalmente ai fornelli. Ma siamo davvero sicuri della sua utilità?

L’olio figura tra gli alimenti più versatili presenti sulle nostre tavole. In particolar modo, ad essere diffusissimo tra i Paesi del Mediterraneo, tra i quali naturalmente figura anche il nostro Stivale, è l’olio extravergine di oliva, apprezzato per il suo pregio e noto per essere l’esempio di prodotto più sano.

Questo data soprattutto l’assenza di processi chimici invadenti, nonché l’assoluto inutilizzo di solventi durante il procedimento che conduce all’ottenimento dell’olio EVO, che avviene direttamente dalle olive mediterranee attraverso un iter che prevede esclusivamente spremitura meccanica, come la tradizione impone da decenni.

Le sue caratteristiche lo rendono ideale per l’utilizzo nella tanto decantata dieta mediterranea, in quanto ricco di grassi monoinsaturi, definiti dagli esperti come “grassi buoni”, oltre ad antiossidanti e vitamina E.

Il suo utilizzo è idoneo sia per condire a crudo, nelle insalate o nei contorni di verdura, per le preparazioni sott’olio di vegetali, o anche di pesce, come nel caso del tonno, nonché indispensabile nel merito di salse e soffritti, venendo utilizzato da molti, ad esempio, anche nell’acqua della pasta.

Un mito molto diffuso, ma realmente così efficace?

Infatti, uno dei trucchi casalinghi più diffusi da ormai più di un secolo indica la possibilità di inserire un goccio d’olio all’interno dell’acqua bollente nella quale la pasta sta completando la propria cottura, al fine di evitare che la pasta si incolli, a maggior ragione se si parla di un formato lungo, come gli spaghetti. Eppure, sappiamo che fisicamente l’acqua e l’olio non riescono a mescolarsi, con quest’ultimo che resta a “galleggiare” sulla superficie, rivelandosi incapace di produrre l’effetto sperato. 

Tuttavia, molti potranno reagire con sorpresa scoprendo che l’olio ha un effetto assolutamente vantaggioso nel merito della cottura della pasta. Basterà un goccio per permettere all’ingrediente di impedire la formazione di un coperchio di schiuma compatto all’interno del recipiente, capace di far strabordare l’acqua fuori dallo stesso. 

Una funzione comunque preziosa

L’amido della pasta, infatti, non permette la fuoriuscita del vapore, che finisce per accumularsi fino a creare una sorta di “eruzione idrica” dall’interno della pentola verso l’esterno. Ma la separazione delle particelle di amido, che l’olio è in grado di svolgere, favorisce l’apertura di varchi al vapore che ne garantiranno l’uscita. 

Ma una volta appurato che l’olio, nonostante molto utile nella circostanza che abbiamo appena descritto, sia fondamentalmente insignificante per evitare l’attaccatura della pasta, è possibile utilizzare altri metodi per evitare che ciò avvenga? Ovviamente sì: sarà sufficiente mescolare la pasta dopo averla aggiunta all’acqua, mantenendola sott’occhio e procedendo con qualche altra mescolata di tanto in tanto. A scriverlo è La Cucina Italiana.it.

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