Le stelle cadenti non sono veramente stelle: la credenza popolare che ha ingannato tutti

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Purtroppo questa è la verità, non si tratta di stelle che vagano nello spazio. Tutto questo è frutto di una credenza popolare.

Le credenze popolari sono idee tramandate nel tempo, spesso nate per spiegare ciò che la scienza non riusciva ancora a chiarire. Possono riguardare salute, natura, destino o comportamenti quotidiani. In molti casi, si basano sull’osservazione, ma interpretata in modo simbolico o soggettivo.

Alcune credenze, seppur in modo casuale, si sono rivelate utili: per esempio, certe regole sul cibo o sul riposo anticipavano nozioni igieniche poi confermate dalla medicina. Altre, invece, si sono dimostrate infondate o dannose, come certe superstizioni legate ai neonati o alle malattie.

Dal punto di vista scientifico, queste credenze offrono uno sguardo interessante sulla psicologia collettiva. Spesso nascono dal bisogno di dare senso al caso, ridurre l’incertezza o sentirsi più protetti in un mondo poco controllabile.

Anche se oggi la scienza ha spiegato molti fenomeni, le credenze popolari resistono. Perché non sono solo “errori”: sono parte del modo in cui una comunità costruisce identità, memoria e appartenenza. 

Quando una stella non cade davvero

Si chiamano “stelle cadenti”, ma in realtà di stellare hanno ben poco. Non ha senso, infatti, fissare una stella aspettando che precipiti dal cielo, perché ciò che vediamo attraversare l’oscurità con una scia luminosa non è affatto un astro. È uno di quei casi in cui il nome ha vinto sulla precisione scientifica, ma poco importa: la magia del fenomeno resta intatta, soprattutto nelle notti d’agosto.

Ogni anno, milioni di persone guardano il cielo sperando di scorgere quella scia improvvisa e brillante che dura solo un istante. È un rito collettivo che unisce curiosità, tradizione e un pizzico di superstizione. Ma dietro l’incanto, si nasconde una spiegazione ben più concreta, legata al continuo movimento del nostro pianeta nello spazio.

La fisica delle “stelle”

Il sistema solare è pieno di zone in cui vagano minuscoli detriti spaziali, resti di comete e asteroidi. Ogni anno, la Terra, nel suo viaggio attorno al Sole, attraversa alcune di queste regioni. Tra la fine di luglio e la fine di agosto, con un picco tra il 9 e il 13 agosto, il nostro pianeta incontra lo sciame meteorico delle Perseidi, un insieme di frammenti lasciati dalla cometa Swift-Tuttle durante il suo ultimo passaggio nel 1992.

Quando questi piccoli granelli entrano nell’atmosfera terrestre, lo fanno a velocità elevatissime, generando attrito con l’aria. Questo processo li porta a sublimare, ossia a passare direttamente dallo stato solido a quello gassoso, producendo la scia luminosa che chiamiamo “stella cadente”. In realtà si tratta di meteore, e per osservarle al meglio nel periodo di San Lorenzo basta guardare verso la costellazione di Perseo, appena sotto Cassiopea, riconoscibile dalla sua forma a doppia “W” o “M”. 

 

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