Il cibo spazzatura danneggia il cervello, ma non è tutto perso: fare quest'attività può invertire gli effetti, lo studio

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Il nostro cervello è sotto stress, e viene costantemente danneggiato dal cibo spazzatura. Esiste però una soluzione semplice e scientificamente valida.

Il cosiddetto cibo spazzatura è ovunque: colorato, invitante, facile da trovare e spesso irresistibile. Si tratta di quegli alimenti ultraprocessati, pieni di zuccheri, grassi saturi e sale, che regalano una gratificazione immediata ma offrono poco o nulla dal punto di vista nutrizionale.

Il termine non indica solo panini e patatine, ma anche snack confezionati, bibite gassate e dolci industriali. Tutti cibi progettati per stimolare il piacere, tanto che il cervello finisce quasi per “chiederli” come se fossero una piccola dipendenza.

Il problema è che, consumati regolarmente, questi prodotti possono alterare il metabolismo, favorire l’obesità e aumentare il rischio di malattie cardiovascolari o diabete. Il corpo si abitua a un eccesso di calorie e a un deficit di nutrienti essenziali, con effetti a lungo termine non sempre visibili subito.

Eppure, non tutto è bianco o nero. Ogni tanto un peccato di gola non è la fine del mondo: il segreto sta nell’equilibrio. Conoscere ciò che si mangia è il primo passo per non farsi “mangiare” dal cibo spazzatura stesso.

Quando il cibo spazzatura manda in tilt il cervello

Mangiare male non influisce solo sul corpo, ma anche sulla mente. Una dieta ricca di grassi, zuccheri e alimenti ultraprocessati non si limita a far salire la bilancia: altera l’umore, riduce la motivazione e può perfino danneggiare i meccanismi cerebrali che regolano la felicità. È come se il cervello perdesse equilibrio, vittima di un sistema digestivo in subbuglio.

Una ricerca pubblicata su Brain Medicine getta luce su questo legame complesso tra intestino, ormoni e mente. Hanno scoperto che l’esercizio fisico, in particolare la corsa, può invertire molti dei danni causati dal cosiddetto “cibo spazzatura”. Non è magia, ma biologia: correre rimette in moto metaboliti intestinali e riequilibra ormoni come insulina e leptina, due messaggeri fondamentali per l’umore e l’energia. Tuttavia, lo studio ha mostrato anche un limite importante: se la dieta è troppo povera di nutrienti, il cervello non riesce più a generare nuovi neuroni come dovrebbe.

Come il movimento ripara ciò che il cibo rompe

Nel dettaglio, i ricercatori hanno nutrito alcuni ratti con alimenti simili a quelli di una tipica dieta occidentale, ricca di grassi e zuccheri, e altri con mangimi standard. Metà degli animali poteva correre su una ruota, metà no. Il risultato? Quelli sedentari e nutriti male mostravano comportamenti depressivi e squilibri ormonali evidenti. Ma nei ratti che facevano attività fisica, anche con la stessa dieta, i livelli ormonali tornavano più vicini alla normalità. 

Alcuni metaboliti intestinali legati al benessere mentale, come anserina, indole-3-carboxilato e deoxyinosina, si ripristinavano grazie all’esercizio, migliorando l’umore e la risposta allo stress. In altre parole, muoversi aiuta, ma non basta per annullare completamente gli effetti del junk food. 

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