I delfini stanno morendo prima del previsto, gli scienziati lanciano l'allarme: cosa sta succedendo
Questo non è un bel periodo per i delfini. Sono tantissimi gli esemplari che stanno morendo, e la situazione viene monitorata continuamente.
Quando grandi gruppi di animali muoiono improvvisamente, la scena può sembrare apocalittica. Stormi di uccelli caduti dal cielo, pesci spiaggiati per chilometri, o cetacei arenati sulla sabbia: eventi spettacolari e inquietanti che spesso lasciano senza risposta.
Le cause, però, non sono sempre misteriose. A volte si tratta di fenomeni naturali — come cambiamenti improvvisi di temperatura, tempeste magnetiche o malattie contagiose che si diffondono rapidamente tra individui della stessa specie. In altri casi, invece, l’uomo c’entra eccome.
L’inquinamento delle acque, le esplosioni sottomarine, il traffico navale o le onde sonore generate dai sonar possono disorientare animali sensibili come i delfini o i capodogli. Anche la luce artificiale e il rumore urbano alterano i comportamenti migratori, portando intere colonie a perdersi.
Questi episodi non sono solo tragedie ecologiche: sono veri e propri segnali d’allarme. Quando gli animali cominciano a morire in massa, significa che qualcosa nell’equilibrio dell’ambiente si è incrinato.
Un allarme che arriva dal mare
Negli ultimi anni, qualcosa di inquietante sta accadendo nel Nord Atlantico: i delfini comuni, tra i mammiferi marini più numerosi del pianeta, stanno vivendo sempre meno. Non si tratta di un dato isolato o passeggero: la loro aspettativa di vita è crollata bruscamente, e la colpa, secondo gli scienziati, non è solo del caso. Dietro questo declino si nasconde un campanello d’allarme più ampio, che riguarda l’intero equilibrio dell’oceano.
Una ricerca dell’Università del Colorado a Boulder, pubblicata su Conservation Letters, ha rivelato che le femmine di delfino vivono oggi circa sette anni in meno rispetto al 1997. Un calo drammatico, che non mette a rischio solo la specie, ma anche la salute dell’ecosistema marino.

Il declino silenzioso dei delfini
Il cuore dello studio si concentra sul Golfo di Biscaglia, tra Francia e Spagna, dove ogni inverno migliaia di delfini si radunano per cacciare sardine e acciughe nelle acque ricche di nutrienti. È anche una delle zone di pesca più intense d’Europa, e proprio lì si verifica la maggior parte delle morti accidentali. Il cosiddetto bycatch, ovvero la cattura involontaria di delfini nelle reti, provoca migliaia di vittime ogni anno: nel solo 2021 se ne contavano quasi 7.000, su una popolazione stimata di 180.000 individui. Nonostante questi numeri, le vecchie stime suggerivano una popolazione stabile, ma si è scoperto che erano fuorvianti.
Per capire davvero cosa stava succedendo, i ricercatori hanno analizzato 759 carcasse di delfini spiaggiati tra il 1997 e il 2019. Attraverso lo studio dei denti, che rivelano l’età come gli anelli degli alberi, è emerso che la longevità delle femmine è passata da 24 a soli 17 anni. Anche la riproduzione ne ha risentito, con meno nascite e una crescita della popolazione ridotta del 2,4% rispetto al passato. Le cause? Inquinamento, stress ambientale e pratiche di pesca poco sostenibili.