Come fanno gli aerei a volare? Ci sembra magia ma è fisica: ecco una spiegazione semplice
Se possiamo utilizzare questo mezzo di trasporto per spostarci da una parte all’altra del globo, lo dobbiamo prettamente alla fisica. Ecco svelato l’intrigante meccanismo
Nella società odierna gli aeroplani figurano tra i mezzi di trasporto più frequentemente utilizzati in tutto il mondo, soprattutto per coprire i viaggi che si sviluppano su lunghe distanze. Che si tratti di esigenze lavorative o svago, la presenza di collegamenti efficienti e rapidi, spesso anche diretti, ha totalmente rivoluzionato l’ambito della mobilità contemporanea.
Circa 4 miliardi di passeggeri l’anno, che corrispondono a svariati milioni al giorno, si servono dell’aereo per raggiungere una determinata destinazione nel mondo, per necessità, come nel caso di voli internazionali tra continenti diversi, ma anche per praticità, quando si tratta di voli che avvengono all’interno della stessa Nazione.
Sono più di 100.000 i voli aerei che ogni giorno vanno in scena nell’intero globo, mettendo in comunicazione, soprattutto, l’Europa, l’Asia e l’America Settentrionale. Stiamo parlando di un mezzo di trasporto in merito al quale diversi esperti hanno già espresso la piena fiducia, dato l’elevato grado di sicurezza che i velivoli garantiscono.
Il loro utilizzo permette ai cittadini di tutto il mondo di raggiungere anche destinazioni localizzate dalla parte opposta del planisfero spendendo soltanto qualche ora a bordo. Pensate che soltanto fino ad un secolo fa per i viaggi oltreoceano l’unico mezzo disponibile erano le navi, che impiegavano settimane, forse mesi, prima di giungere a destinazione.
Solo gli aerei ci riescono: svelato il mistero!
Una delle caratteristiche che permettono all’aeroplano di volare è la differenza di pressione, tra la parte superiore e quella inferiore del velivolo, il che permette allo stesso di essere soggetto ad una spinta, nota come portanza, proseguendo il volo. La differenza sta tutta nella specifica forma dell’ala, che appare più bombata superiormente facendo sì che una parte dell’aria raggiunga la parte inferiore dell’aeroplano e un ulteriore quantitativo arrivi, invece, fino al lato opposto.
Il flusso d’aria assume una velocità maggiore sopra, che risulta essere, al contrario, minore sotto, con la pressione che si rivela sempre inversamente proporzionale alla velocità. E’ proprio la differenza di pressione, dunque, a far sollevare gli aeroplani e a farli procedere ad una certa altitudine anche per migliaia di chilometri.
Perché non c’è nulla di cui temere a bordo?
E se nemmeno la fisica dovesse bastare a farvi ricredere sull’assoluta sicurezza dei velivoli, sappiate che gli stessi vengono sottoposti quotidianamente, prima di decollare e subito dopo l’atterraggio, a controlli rigorosi da parte di tecnici qualificati.
Contano, a bordo come sulla superficie, strumenti tecnologici altamente avanzati, quali radar e computer di bordo, possono comunicare costantemente con le torri di controllo e i modelli più al passo con i tempi sono, addirittura, in grado di alleviare l’inevitabile effetto di turbolenze, un’eventualità assolutamente non pericolosa ne rischiosa, ma che al raggiungimento di certe altitudini deve necessariamente essere considerata.
