L'Intelligenza Artificiale ha fatto il suo primo virus sintetico: "primo passo verso la creazione della vita", come ha fatto

Progresso mai nemmeno sfiorato prima d’ora da parte della comunità scientifica. Questa eventualità potrebbe concretamente trasformarsi in realtà.
L’avvento e la rapida crescita dell’Intelligenza Artificiale in svariati settori a livello globale può essere inquadrata senza troppi dubbi come la più grande rivoluzione che sia stata capace di segnare la nostra contemporaneità.
Progressi che fino a meno di una decade fa sembravano impossibili da agguantare sono diventati già possibili o potrebbero diventarlo nel corso degli anni a venire, provocando uno sconvolgimento drastico sulla società odierna e sul corso intero della storia.
Potremmo parlare, soltanto per citare gli ambiti maggiormente coinvolti da questa rivoluzione, dei passi avanti possibili nel mondo della medicina, dove la chirurgia assistita grazie all’impiego di macchinari robotici punta a ridurre i rischi di errori o complicanze nel corso degli interventi, anche più delicati.
O, ancora, potremmo menzionare il settore della mobilità urbana, con la diffusione già ampia delle automobili a guida autonoma, capaci di abbattere quasi del tutto la possibilità di impatto anche nel caso di distrazione del guidatore, nonché dei sistemi intelligenti capaci di ridurre frequenti circostanze di incidenti o ingorghi.
Grande speranza per il futuro della biotecnica
Come svelato da Techlusive, la scienza sarebbe stata capace di compiere il “primo passo verso la creazione della vita” sfruttando l’intelligenza artificiale. Se fino ad ora tali strumenti erano già stati utilizzati al fine di progettare sistemi genici o proteici di dimensioni non così significative, la nuova sfida in studio è quella che potrebbe condurre alla creazione di un intero genoma, al cui interno devono risultare perfettamente bilanciati svariati elementi regolatori interagenti, indispensabili nel favorire la crescita e la sopravvivenza di organismi.
Chi si è occupato di biotecnologia ha sempre visto in una simile prova ardui ostacoli da aggirare per raggiungere il successo perfetto. Nello studio di recente pubblicazione su bioRxiv, dal nome “Progettazione Generativa di Nuovi Batteriofagi con Modelli di Linguaggio Genomico” viene spiegato come il virus prescelto dal team di esperti come caso di prova sia stato ΦX174, il cui genoma è caratterizzato da circa 5.386 lettere di DNA e 11 geni.
Più di qualche tassello da aggiungere
L’impiego di un modello di IA noto come Evo ha permesso al gruppo di ricerca di generare migliaia di progetti candidati, dei quali addirittura 302 sono stati seguiti dall’effettiva sintetizzazione in laboratorio, che ha poi condotto alla scoperta di soli 16 concretamente funzionanti nell’infezione dei batteri.
Nonostante gli enormi passi avanti condotti, tuttavia, la possibilità di creare vita usufruendo dei sistemi di intelligenza artificiale appare ancora impegnativa come sfida. La fase di svolta probabilmente è destinata ad arrivare, ma siamo ancora lontani da quel punto. Fino ad ora è stato compiuto soltanto un passo preliminare, che gli scienziati mettono comunque “in saccoccia”, tenendo conto di quanto lo stesso si sia rivelato in grado di aprire la strada a nuovi trattamenti.