Gravitino, sembra il nome di un cartone animato ma potrebbe essere la risposta a uno dei misteri più grandi della scienza

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Quello che gli scienziati hanno per le mano potrebbe davvero riservare risvolti incredibili. Analizzare questo imprevedibile corpo è visto da molti come l’unica chiave possibile

Una delle maggiori ambizioni poste dalla comunità scientifica globale riguarda la materia oscura, che resta ancora un mistero di assoluto interesse dal punto di vista della fisica. Da sempre contornato da numerose teorie, più o meno accreditate, cominciamo con il capire a quale elemento questo termine faccia riferimento.

Pensate che gli scienziati sono riusciti ad accertarne l’esistenza soltanto grazie alla capacità della materia oscura di esercitare forza gravitazionale sugli oggetti visibili, tra i quali proprio stelle e pianeti. Qualora fosse stata sprovvista di questa caratteristica, probabilmente, l’uomo non sarebbe mai riuscito a comprenderlo.

Un’altra indicazione assolutamente fondamentale è quella data dall’”insufficienza” che stelle e gas visibili ricoprono nella spiegazione della rotazione delle stesse. Ciò significa che un elemento di fatto invisibile riesce a svolgere tale “impresa”.

Sono ormai quattro decenni che gli esperti di tutto il mondo ricercano spiegazioni, indizi, fonti, che possano sostenere le tesi ipotizzare. Ma nonostante ciò e nonostante l’effettuazione di ricerche sperimentali, prevedendo metodi sempre innovativi, spiegazioni chiare non sono ancora possibili da ottenere.

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Quali sviluppi sono stati raggiunti?

Uno studio recentemente pubblicato su Physical Review Research, frutto del lavoro di collaborazione dell’Università di Varsavia e del Max Planck Institute for Gravitational Physics, ha messo in luce come alcuni rivelatori sotterranei posizionati al fine di raccogliere dati, siano in grado addirittura di rilevare gravitini di materia oscura carica, con potenzialità di segnare un momento di svolta fondamentale. 

Le simulazioni effettuate combinano due campi distinti, con la fisica delle particelle elementari da una parte e la chimica quantistica avanzata dall’altra, entrambe capaci di mostrare il segnale, si auspica unico, del gravitino direttamente nel rivelatore. All’interno di diversi articoli che hanno trovato pubblicazione sia su Physical Review, sia su Physical Review Letters viene spiegato come i gravitini che si presume siano caratterizzati da una massa particolarmente elevata, pari a miliardi e miliardi di masse di protoni sulla scala di Planck, possiedano carica elettrica. 

 

La possibile chiave di svolta?

I gravitini, nonostante siano estremamente massivi, non hanno la possibilità di decadere, in quanto sprovvisti di particelle che potrebbero farlo. Per questo si è ipotizzato che due gravitini, prendendo per esempio che abbiano una carica corrispondente a ±2/3, potrebbero rappresentare particelle di materia oscura, seppur di un tipo totalmente diverso rispetto a quanto approfondito sino ad ora. Per questo, i gravitini rappresentano un’alternativa stimolante, data la loro elettricità carica che li candida di diritto alla materia oscura, per via anche della loro caratteristica massiccia, che li rende molto rari e non brillanti nel cielo osservandolo. A riportarlo è Phys.org.

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