Usare il cellulare fa male? Che cosa dice la scienza

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Telefoni cellulari, croce e delizia. Meravigliosi strumenti in grado di migliorare la vita e che ampliano le capacità umane ma allo stesso tempo fonti di possibili pericoli, da quelli sociali a quelli legati alla tecnologia. Un esempio è dato dalle radiazioni emesse dai cellulari e poi assorbite dai nostri corpi. Analizziamo il problema dal principio per capire con cosa abbiamo a che fare quotidianamente.

Le onde elettromagnetiche emesse dal cellulare

Per radiazione elettromagnetica si intende la propagazione nello spazio dell’energia di un campo elettromagnetico. Un esempio comunissimo di radiazione elettromagnetica è la luce, così come anche la radiazione infrarossa emessa da un corpo data dall’agitazione termica delle molecole che lo compongono.

Le radiazioni emesse dai cellulari non sono però solo generate dall’agitazione termica: la maggior parte, infatti, sono radiazioni che derivano dal collegamento dei cellulari con le antenne telefoniche. I cellulari trasmettono e ricevono continuamente radiazioni da queste antenne fisse a bassa potenza, chiamate stazioni radio base. La domanda fatidica è: quanto ci fanno male le radiazioni emesse dai cellulari?

Lo spettro elettromagnetico: dove si collocano le onde dei cellulari

L’insieme di tutte le onde elettromagnetiche caratterizzate da diversa lunghezza d’onda (e quindi energia) costituiscono lo spettro elettromagnetico, che va dalle meno energetiche onde radio fino ai più energetici raggi gamma, senza considerare i super penetranti raggi cosmici.

Lo spettro elettromagnetico può essere diviso in due parti:

  • Radiazioni ionizzanti: radiazioni che trasportano grandi quantità di energia e sono in grado di estrarre elettroni dagli atomi o le molecole colpite, ionizzandoli. Possono causare seri danni biologici se in contatto con gli esseri umani. Ne fanno parte i raggi UV a più alta frequenza, i raggi x e i raggi gamma.
  • Radiazioni non ionizzanti: radiazione non abbastanza energetica per ionizzare la materia. Ne fanno parte i raggi UV a più bassa frequenza, la luce visibile, gli infrarossi, le microonde e le onde radio.

Le onde che vengono emesse dai cellulari hanno solitamente una frequenza che si aggira intorno alle centinaia, se non poche migliaia, di mega hertz: ovvero parliamo di microonde, cioè di onde a bassa frequenza e molto poco energetiche.

Per comprendere più da vicino queste onde elettromagnetiche, vediamo quali sono i parametri fisici utili a descriverle.

Frequenza, lunghezza d’onda e potenza: i parametri fisici in gioco

Per visualizzare la radiazione elettromagnetica che si propaga nello spazio possiamo immaginare un’onda sinusoidale, che rappresenta il campo elettrico, ed una seconda onda sinusoidale simile alla prima ma ruotata di 90 gradi rispetto ad essa, rappresentante appunto il campo magnetico, che si propagano nella stessa direzione.

Assumono significato quindi i concetti di lunghezza d’onda, di frequenza e di potenza con i quali possiamo distinguere le varie onde elettromagnetiche e ricavare il valore di energia trasportato dall’onda.

  • Lunghezza d’onda: è la distanza fra due massimi (o due minimi) successivi di un’onda. Minore è la lunghezza d’onda, più vicine sono fra loro le creste e più energia viene trasportata dall’onda stessa. Si misura in metri o con i suoi multipli e sottomultipli.
  • Frequenza: indica quante volte un’onda oscilla in un secondo. La frequenza è legata in modo inversamente proporzionale alla lunghezza d’onda, cioè se la lunghezza d’onda diminuisce allora la frequenza aumenta e viceversa. Si misura in Hertz.
  • Potenza: indica la quantità di energia che l’onda riesce a trasportare per unità di tempo e area. Risulta essere inversamente proporzionale al quadrato della distanza dalla sorgente dell’onda, cioè più si è lontani dalla sorgente dell’onda e meno energia ci viene trasmessa. Si misura in W/m2.

Cosa succede quando le onde del cellulare attraversano i tessuti: i pericoli

Le onde elettromagnetiche trasportano energia, la quale viene assorbita nel tempo dalle molecole che compongono i tessuti della nostra pelle se siamo esposti alle radiazioni, favorendo la vibrazione delle molecole e venendo quindi trasformata da energia elettromagnetica in energia termica.

L’energia elettromagnetica assorbita da un corpo umano che è stato esposto all’azione di onde elettromagnetiche può essere misurata con un parametro chiamato tasso di assorbimento specifico o SAR, utile a monitorare i livelli di emissione di energia e a definire le normative che regolano la produzione dei cellulari messi sul mercato.

Diversi studi a tema pericoli delle radiazioni, come riportato dall’Airc, sono stati condotti nei “pochi” anni di vita dei telefoni cellulari sul pianeta terra. Data la vicinanza dei cellulari alla testa durante le chiamate, si è approfondita la possibile relazione tra il loro utilizzo e la nascita di tumori cerebrali o del nervo acustico, con dei risultati generali che non mostrano una netta correlazione fra la comparsa di tumori e l’utilizzo dei cellulari. L’effetto maggiormente osservato è un riscaldamento dei tessuti che passano più tempo vicino al dispositivo.

I risultati forniti da sofisticati modelli di calcolo e da misure effettuate su fantocci che riproducono l’assorbimento del capo, mostrano però che l’energia assorbita dalla testa usando un telefono cellulare non supera i valori stabiliti dalle normative.

 

Consigli ed accorgimenti per la prevenzione

La larga diffusione dei cellulari e la loro relativamente recente invenzione non aiutano la ricerca ad ottenere risultati certi sulle conseguenze dell’esposizione ai campi elettromagnetici: è cosa saggia quindi fare prevenzione, non conoscendo bene il territorio in questione. Ecco cinque consigli:

1) L’esposizione prolungata a certi livelli, seppur bassi, di radiazioni non è salutare: è una buona idea quindi ridurre al minimo indispensabile il tempo che passiamo col telefono vicino a noi e preferire la giacca o la borsa alle tasche dei pantaloni come posto in cui trasportare in telefono;

2) La radiazione solitamente viene emessa più o meno in tutte le direzioni e la sua intensità cala drasticamente con la distanza: preferire il vivavoce o le cuffie al telefono poggiato all’orecchio può diminuire di parecchio l’esposizione alle radiazioni;

3) Meglio non usare il cellulare quando c’è poco campo: quando il cellulare è lontano dall’antenna il cellulare esprime il massimo della sua potenza radiativa per cercare di mantenere un collegamento con la rete;

4) Preferire la navigazione connessi a reti Wi-Fi. Il Wi-Fi ed il Bluetooth, infatti, funzionano con potenze inferiori rispetto a quelle della rete telefonica.

Sapevate che…

  • Senza considerare la radiazione termica, solo i cellulari emettono onde elettromagnetiche?

    Tutti gli elettrodomestici e gli apparecchi elettronici che abbiamo in casa sono emettitori di radiazione. Nella maggior parte dei casi, però, l’esposizione a tali onde elettromagnetiche non è nociva per via dei bassi e cautelativi limiti di legge che ne limitano la potenza.

  • Se sto troppo tempo al cellulare mi viene un tumore?

    Secondo la scienza non ci sono ancora correlazioni certe su un certo tipo di esposizione alle radiazioni dei cellulari e la comparsa di tumori. Quindi nell’incertezza e nell’attesa di risposte future, è consigliato prendere delle precauzioni, come scritto nell’ultimo paragrafo.

 

a cura di Nicola Salvemini

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