Un Drago marino scoperto in UK sta aiutando gli scienziati a risolvere un mistero vecchio di 184 milioni di anni

Una scoperta unica nel suo genere, che fungerà da aiuto a dir poco prezioso per le nuove generazioni di ricercatori. Ecco tutti i dettagli
La storia della Terra e degli esseri che l’hanno popolata, soprattutto in passato, è stata a lungo segnata dalla presenza sul nostro stesso Pianeta di creature a dir poco peculiari, fantastiche a tal punto da non sembrare vere.
Che fosse per le loro colorazioni, per la forma bizzarra, per i loro arti, volti o, più in generale, per il loro aspetto a dir poco unico, ecco che determinati esempi di animali realmente esistiti avrebbero fatto impallidire persino creature fantastiche.
L’immaginazione umana, lo sappiamo benissimo, si è spinta per oltre il limite per dare vita a forme di vita, naturalmente di fantasia, caratterizzate da una particolarità che le rendeva uniche, come la capacità di parlare o di essere letali.
Ma analizzando specie esistite nel passato e i resti delle stesse, ecco che immaginare l’esistenza di una creatura fantasy o fantascientifica comparsa in un fumetto, per quanto bizzarro, non appariva più come un qualcosa di impossibile.
La risoluzione di un quesito irrisolto?
Un gruppo di ricercatori ha rinvenuto una creatura marina lungo la costa inglese, all’altezza di Golden Cap, nel Dorset. Un ritrovamento immediatamente curioso, di una specie che è stata impossibile da identificare dal 2001, anno dell’effettiva individuazione, fino ad oggi. Questo fossile è stato immediatamente indicato come probabilmente appartenente ad un gruppo di antichi esemplari marini, presumibilmente risalenti al Pliensbachiano del Giurassico Inferiore, dunque a circa 190 milioni di anni fa.
Lo Xiphodracon Goldencapsis, come è stato ribattezzato, potrebbe aver raggiunto dimensioni oltre i tre metri e si stima che fosse caratterizzato da un muso particolarmente esteso, con delle sembianze simili a quelle di una spada. Il campione del “Drago Spada del Dorset” è stato preso “in consegna” da parte dell’esperto Dean Lomax dell’Università di Manchester, che ha indicato il fossile come un vero e proprio tassello mancante nel corso della storia evolutiva dei dinosauri, proprio perché esistito in un periodo che fu caratterizzato da estinzioni di massa, in favore dell’emersione di nuove specie.
Risvolti particolarmente curiosi
Se ad una primissima occhiata lo scheletro conservato dal fossile apparisse comunque molto particolare e insolito, nessuno si sarebbe mai aspettato che il suo ruolo fosse capace di rivelarsi così determinante nel favorire una maggiore comprensione, dal punto di vista degli scienziati, di un passaggio rimasto sconosciuto per fin troppo tempo.
Infatti, trattandosi del rettile più completo risalente al Pliensbachiano, la sua utilità sta tutta nella potenziale individuazione del momento esatto che ha condotto al cambiamento nella specie, portando ad una drastica modifica di tutto ciò che sarebbe venuto dopo. A raccontare della scoperta e della comprensione dei numerosi punti interrogativi, seppur a distanza di ben due decenni, è un articolo del Sun.
