Smetti di buttare via questo rifiuto: sono preziosissimi per produrre energia

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Hai una “miniera energetica” tra le mani e non l’hai mai sfruttata a dovere. Non è il secchio la destinazione più corretta per quello che, praticamente tutti, considerano un inutile rifiuto

 

La produzione di energia è fondamentale nel merito dell’esecuzione di movimenti, nel funzionamento o nelle modifiche di un qualsiasi sistema . La creazione sta tutta nello sfruttamento di fonti ulteriori, che a seguito di un determinato processo ci permettono di ottenerla ed impiegarla.

I metodi tradizionalmente più diffusi sono quelli che permettono di ottenere elettricità attraverso la combustione di materiali quali carbone o gas, ormai utilizzata da più di un secolo, ma sulla quale oggi si stanno succedendo numerosi dibattiti, data la possibilità di sfruttare alternative meno impattanti nei confronti del nostro Pianeta.

Infatti, il quantitativo di CO2 che segue al processo di sfruttamento energetico dei combustibili fossili è a dir poco spaventoso, producendo conseguenze dirette sull’ambiente intero e favorendo l’accelerazione del riscaldamento globale, con tutti i disagi che seguono.

Piuttosto, si stanno facendo sempre più strada metodi alternativi ed altrettanto efficaci, quali lo sfruttamento della luce solare per produrre energia attraverso gli appositi pannelli, così come l’energia idroelettrica, ottenibile concentrandosi sul continuo movimento dell’acqua.

Molto più utili del previsto

Anche apparenti scarti possono rivelarsi particolarmente proficui in termini energetici. Pensate ad una mela: sbucciarla o addentarla non fa differenza, perché una volta che avrete terminato di mangiarla avrete per le mani un apparentemente inutile torsolo, la cui unica destinazione possibile, come la maggior parte delle persone crede, sia buttarla. Se, però, applicassimo anche in questo caso il celebre postulato del chimico e fisico transalpino Lavoisier, secondo il quale “nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”, forse riusciremmo a comprendere meglio perché non vale la pena nemmeno buttare il torsolo della mela ormai terminata. 

 

Considerando, poi, come l’Italia sia un territorio di per sé povero di materie prime, dal punto di vista energetico, insufficienti quindi a garantire l’alimentazione di differenti sistemi, appare lampante che le poche risorse presenti debbano essere spremute fino all’ultima goccia: oltre a sole, acqua e vento, perciò, anche i molti rifiuti prodotti possono e devono essere utilizzati per il medesimo scopo. 

Come funziona il processo di trasformazione?

A livello fisico, anche ricollegandoci alla legge di Lavoisier, persino i rifiuti stessi sono delle preziose risorse, in quanto possibili da trasformare. Gli scarti vengono trasportati presso impianti idonei, nelle quali saranno soggetti alla triturazione, fino ad ottenerne, a seguito di ulteriori processi, biogas e digestati, composti da metano, per la maggior parte, e da CO2

 

Il biogas, frazione gassosa ottenuta dai rifiuti, viene poi trasformata in biometano, ripulito della sua parte di anidride carbonica. Il digestato, che rappresenta, invece, la parte solida, viene trasformato in compost. Ciò significa che discariche e inceneritori non siano proprio il miglior luogo in cui gli scarti debbano terminare il proprio ciclo, data l’esistenza di simili fondamentali alternative.

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