Singhiozzo, le cause possono essere anche le più insospettabili: con questi metodi riuscirai a fartelo passare subito

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Fruire di tutti i rimedi a nostra disposizione per combattere il singhiozzo: quante volte lo abbiamo fatto? Ma avete mai pensato di impiegare questi metodi?

A livello puramente scientifico, avere il singhiozzo significa essere alle prese con una contrazione involontaria, ripetuta per un lasso di tempo variabile (in genere non più di qualche decina di minuti), del diaframma, ossia del muscolo che ha il compito di regolare la nostra respirazione.

Questa manifestazione genera una chiusura improvvisa ed impossibile da invertire delle nostre corde vocali, che ci porta a generare il famoso suono da singhiozzo, decisamente inconfondibile. La scienza, ovviamente, non si è fermata alla definizione, tentando di individuarne le principali cause.

Generalmente si tratta di una condizione del tutto temporanea, che si arresta spontaneamente, ma proprio in relazione alle differenti cause questo “atteggiamento” potrebbe protrarsi nel tempo, magari portando anche a preoccupazioni. Ma si tratta di rarissimi casi, comunque sempre risolvibili.

Alcuni dei comportamenti che conducono al singhiozzo sono l’ingoio accidentale di aria mentre si sta parlando, il sopraggiungere di emozioni molto forti, che siano positive, come la gioia e il riso, o negative, come lo stress. Una serie di cause significative si imputano, poi, al cibo. Il consumo troppo veloce di alimenti, solidi o liquidi, possono, ad esempio, favorire l’insorgere di questo disturbo transitorio.

singhiozzo-cause-motivazioni-fisica-che-ci-piaceIl metodo più gettonato

Tra i rimedi più diffusi, poiché impropriamente indicati come più efficaci, annoveriamo sicuramente lo spavento, l’ingurgitare acqua in modo rapido o il contatto olfattivo con dei sali profumati. Sebbene, però, non sia impossibile che un determinato individuo provi sollievo a seguito dell’esecuzione di una di queste azioni, non è possibile trovare prove scientifiche conclamate che lo certifichino. 

Gli esperti, piuttosto, indicano come strade efficienti il trattenimento del respiro per alcuni secondi, prima di espirare in modo lento e ponderato. Si tratta di un metodo che garantisce un aumento immediato dei livelli di anidride carbonica presente nei polmoni, aiutando al rilassamento del diaframma. Come dicevamo pocanzi, comunque, gli attacchi di singhiozzo sono condizioni molto frequenti, generalmente transitorie

Preoccupazioni? Quasi sempre infondate

Se la durata della manifestazione risulta essere inferiore alle 48 ore non c’è nulla di cui preoccuparsi, ma nel caso in cui gli episodi dovessero rivelarsi di durata prolungata, impossibili da debellare con metodi casalinghi, sarà opportuno approfondire la questione presso le sedi opportune. Potrebbe trattarsi di un sintomo preventivo di disturbi infettivi o strutturali, correlato a meningiti, encefaliti o accendere un campanello d’allarme su patologie quali l’insufficienza renale o il diabete

Nei casi più gravi la manifestazione potrebbe addirittura interferire con la regolare respirazione o con l’ingestione di cibo, necessitando l’intervento di uno specialista. Ma si tratta pur sempre di casi decisamente infrequenti, considerando che generalmente dopo pochi minuti il diaframma torna a svolgere la propria funzione in tutta tranquillità. E se proprio ciò non dovesse avvenire, la tecnica di respirazione indicata dagli esperti dovrebbe bastare per risolvere il problema. A scriverlo è Summa Health.

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