Sei finalmente da solo e pronto a rilassarti nel silenzio più totale ma ecco che inizia quel fastidioso ronzio alle orecchie: perché accade

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Non è solo suggestione: quel suono che percepisci nel silenzio è una condizione neurologica più comune di quanto si creda.

Il momento perfetto per rilassarsi è finalmente arrivato. Nessun rumore, nessuna distrazione. Ma ecco che nel silenzio totale si insinua un fischio, un ronzio, un suono che sembra provenire dall’interno della tua testa. Non è immaginazione, è un fenomeno reale e ha un nome preciso: acufene.

L’acufene è la percezione di un suono in assenza di stimoli sonori esterni. Può presentarsi sotto forma di sibili, ronzii, fruscii o battiti ritmici, e può colpire uno o entrambe le orecchie. Molte persone ne fanno esperienza almeno una volta nella vita, soprattutto nei momenti di quiete assoluta.

Nonostante sia spesso temporaneo e innocuo, in alcuni casi può diventare un disturbo cronico. Può influire sulla qualità della vita, sul sonno, sulla concentrazione e sull’umore. È per questo che sempre più studi cercano di capirne le cause e i possibili rimedi.

Il cervello, abituato a gestire un flusso continuo di stimoli sensoriali, tende a reagire quando quel flusso si interrompe. In assenza di suoni, può iniziare a generare segnali acustici autonomi, che vengono percepiti come suoni reali anche se non esiste alcuna fonte esterna.

Perché succede proprio quando tutto tace

Il motivo per cui l’acufene si manifesta spesso nel silenzio è leg alla mancanza di stimoli esterni. Durante il giorno, i rumori ambientali tendono a mascherare questi suoni interni. Ma quando l’ambiente è silenzioso, il cervello mette in risalto ogni minimo segnale, anche quelli generati internamente.

Secondo alcune teorie, il cervello, in mancanza di input uditivi, “riempie” il vuoto con suoni generati da circuiti neurali iperattivi. Questo è particolarmente evidente in chi ha subito una perdita dell’udito o è stato esposto a rumori forti per lunghi periodi. In questi casi, il sistema uditivo cerca di compensare il deficit amplificando l’attività delle aree coinvolte nell’elaborazione del suono.

Quando preoccuparsi e cosa fare

Nella maggior parte dei casi, l’acufene è passeggero e si risolve spontaneamente. Può essere causato da stress, stanchezza, pressione alta, accumulo di cerume o temporanei problemi dell’orecchio medio. Tuttavia, se il disturbo persiste per diversi giorni o si intensifica, è opportuno rivolgersi a uno specialista.

Un otorinolaringoiatra può valutare se ci siano cause mediche sottostanti, come infezioni, lesioni del nervo uditivo o altre patologie. In alcuni casi, si ricorre ad esami audiometrici e imaging per capire meglio la natura del problema. Anche l’uso prolungato di cuffie ad alto volume può essere un fattore di rischio da non sottovalutare.

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