Scoperta una nuova luna, giocava a nascondino con gli scienziati: ora dobbiamo trovarle un nome

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L’intera comunità è rimasta a bocca aperta. Si era nascosta a lungo: solo l’impiego di uno strumento potente e preciso ha permesso di scovarla.

A compiere la propria orbita intorno ad un Pianeta del Sistema Solare, ma anche ad altri oggetti sparsi per l’Universo intero, sono i satelliti naturali, altresì noti come lune, per via del fatto che la Luna terrestre rientri proprio in questa categoria.

Tra le principali caratteristiche di questi corpi vi sono l’assenza di emissioni di luce propria, poiché gli stessi procedono a riflettere quella del Sole, oltre che le dimensioni, estremamente variabili.

Ciò fa sì che gli esperti si siano trovati ad approfondire corpi estesi per pochi chilometri, fino a raggiungere altri esempi contraddistinti da dimensioni impattanti, analoghe a quelle di veri e propri pianeti.

Se la nostra Terra, come già anticipato, vanta soltanto la Luna come suo unico satellite naturale, pensate che Mercurio e Venere non ne dispongono affatto. Un discorso diametralmente opposto, ad esempio, a Saturno, che ne conta oltre 140.

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Una sorpresa per tutti

L’impiego del Telescopio Spaziale James Webb si è rivelato capace di mostrare agli occhi della comunità intera una sorpresa impronosticabile, che nessuno si sarebbe mai atteso di trovare in questa porzione dell’Universo. Un team di esperti guidato dal Southwest Research Institute ha annunciato la scoperta di un nuovo satellite naturale, orbitante intorno a Urano, che così porta a salire a 29 il numero delle sue lune. 

Si tratta di una scoperta rivoluzionaria, avvenuta nel merito del programma General Observer, portato avanti attraverso il Telescopio Webb, che permette a ricercatori provenienti da ogni parte del globo di proporre differenti metodi di osservazione, servendosi proprio dei molteplici strumenti di cui dispone proprio il JWST. 

Le dinamiche del rinvenimento

Lo scorso 2 Febbraio, uno di questi avanguardisti sistemi, ossia la Near Infrared Camera, ha permesso di catturare la presenza di un corpo debole e compatto, scovato per puro caso all’interno di una serie di immagini a lunga esposizione. Come spiegato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica, possiede 10 chilometri di raggio stimato, il che spiega la difficoltà incontrata fino ad ora dagli strumenti precedentemente impiegati per riscontrarne la presenza. La sua distanza dal centro di Urano risulta essere approssimativamente pari a 56.000 chilometri, situandosi in una Regione compresa tra le orbite di Ofelia e Bianca, altri due satelliti di Urano. 

Possiede un’orbita quasi perfettamente circolare, caratteristica che ha condotto gli esperti ad ipotizzare che la sua formazione sia avvenuta direttamente sul luogo, non essendo stata soggetta alla cattura da parte della gravità di Urano. Si tratta del quattordicesimo satellite interno noto, almeno sino ad ora, in riferimento al Pianeta: con il termine “satelliti interni” si indicano le lune che compiono un’orbita più ravvicinata ad Urano, comparandola con i cinque satelliti maggiori. Si tratta, perciò, dell’unico Pianeta all’interno dell’intero Sistema Solare a possedere una così vasta gamma di lune interne, frutto, molto probabilmente, di un processo evolutivo sicuramente dinamico.

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