Questa specie amata da tutti rischia l'estinzione tra non moltissimi anni: l'allarme lanciata dagli scienziati

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Purtroppo questa specie tra un po’ di tempo potrebbe scomparire, e i ricercatori stanno cercando soluzioni per salvarla.

L’estinzione, in biologia, è il processo per cui una specie scompare definitivamente dalla Terra. Non significa che un singolo individuo muore, ma che non esiste più nessuna popolazione in grado di riprodursi e continuare la linea evolutiva.

Può avvenire lentamente, quando una specie perde progressivamente habitat e risorse, oppure in modo rapido, a causa di eventi catastrofici come asteroidi, eruzioni vulcaniche o cambiamenti climatici improvvisi.

Gli scienziati distinguono tra estinzioni “di sfondo”, che avvengono naturalmente e con costanza nel tempo, ed estinzioni di massa, quando scompaiono moltissime specie in un intervallo relativamente breve.

Ogni estinzione lascia un vuoto negli ecosistemi, ma apre anche la strada a nuove forme di vita che si adattano e si diversificano. È un fenomeno drammatico ma allo stesso tempo parte integrante della storia evolutiva del pianeta.

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Una lenta…scomparsa

C’è un’immagine che colpisce subito quando si parla di pinguini imperatori: la loro resistenza al freddo più estremo, la tenacia con cui affrontano gli inverni antartici. Eppure, dietro questa apparente forza, si nasconde una fragilità crescente. Negli ultimi anni, le colonie di questa specie simbolo dell’Antartide stanno mostrando segni di declino più rapidi di quanto previsto dai modelli. Un dato che non può essere liquidato come un semplice incidente di percorso.

Il punto è che il destino di questi animali dipende strettamente da una risorsa che sembra sempre più incerta: il ghiaccio marino. Quando questo viene meno o si rompe troppo presto, la loro capacità di riprodursi e portare avanti la specie vacilla. Non si tratta solo di numeri o grafici, ma di un equilibrio che rischia di spezzarsi. E in un contesto in cui i cambiamenti climatici stanno accelerando, le conseguenze non riguardano soltanto i pinguini ma anche l’intero ecosistema antartico che da loro dipende.

Cosa sta succedendo?

Uno studio pubblicato su Communications Earth & Environment ha fotografato la situazione con maggiore chiarezza. Analizzando la fascia di Antartide compresa tra 0° e 90° W, un’area che ospita circa un terzo della popolazione globale, i ricercatori hanno registrato un calo del 22% in soli 15 anni, cioè dal 2009 al 2023. In pratica, una riduzione di circa l’1,6% ogni anno, un ritmo superiore a quello previsto dai modelli demografici basati sugli scenari di alte emissioni IPCC. A peggiorare le cose, dal 2022 al 2024 si sono verificati tre anni consecutivi di estensione minima del ghiaccio marino, con conseguenti fallimenti riproduttivi catastrofici in diverse colonie.

Le cause, come spesso accade in ecologia, non si riducono a un solo fattore. Il collasso del sito di Halley Bay nel 2016, ad esempio, ha portato a un massiccio spostamento verso la colonia vicina di Dawson-Lambton, ma le perdite in termini di produzione di nuovi individui sono state enormi. La ricerca mostra che il declino è reale, già in corso e più rapido di quanto si pensasse. Secondo gli autori, se questa tendenza dovesse essere confermata a livello circumpolare, i pinguini imperatori meriterebbero l’inserimento nella Lista Rossa IUCN come specie “Vulnerabile”, con la possibilità di essere classificati anche come “Specie Specialmente Protetta” dall’Antarctic Treaty Consultative Meeting (ATCM). Altrimenti, entro il 2100 potrebbero sparire completamente!

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