Perché abbiamo freddo e tremiamo quando abbiamo la febbre? Colpa di questo fattore qua

Ci è capitato a tutti: abbiamo la febbre alta, magari oltre i 38°C, eppure ci sentiamo gelare. Cominciamo a battere i denti, ci rannicchiamo sotto tre coperte, tremiamo come se fossimo in pieno inverno. Ma se il termometro dice che siamo caldi… perché allora sentiamo freddo?
Sentirsi gelati quando la febbre sale è un’esperienza che molti hanno vissuto. Può assomigliare al tremare d’inverno, ma spesso accade anche in estate, all’interno di una stanza chiusa, e a prescindere dalla temperatura esterna. Il corpo reagisce con brividi, pelle d’oca, un fremito dentro: un paradosso vero e proprio, se pensi che la febbre significa temperatura alta.
Perché dunque una sensazione di freddo può accompagnare il rialzo termico interno? È una questione più complessa di quanto sembri, e la spiegazione risiede nel modo in cui l’organismo regola il calore.
Tutto parte da un “termostato” interno al nostro cervello, situato in una piccola zona chiamata ipotalamo. In condizioni normali, questo regolatore mantiene la temperatura corporea intorno ai 37 °C. Quando siamo sani, qualsiasi calo o aumento esterno della temperatura ambientale innesca risposte automatiche: sudore, dilatazione o contrazione dei vasi sanguigni, tremori se fa freddo, per mantenere stabile il calore interno.
Ma quando sopraggiunge un’infezione o un’infiammazione, il corpo cambia strategia. Alcune sostanze (dette pirogeni) attivano un cambio di set‑point nell’ipotalamo: il nuovo “obiettivo” di temperatura diventa più alto, per esempio 38–39 °C. A quel punto, il corpo interpreta la sua temperatura normale come troppo bassa e avvia una serie di reazioni per raggiungere quella nuova soglia. Fra queste c’è anche il tremore muscolare, cioè i famosi brividi.
Cosa succede davvero quando abbiamo freddo pur con la febbre
Quando l’ipotalamo imposta un nuovo valore target di temperatura, il nostro organismo cerca di aumentare la produzione di calore. Per farlo, restringe i vasi sanguigni della pelle (vasocostrizione), riducendo la dispersione di calore verso l’esterno e facendoci sentire freddi. Allo stesso tempo, il corpo attiva la generazione di calore interno mediante scosse muscolari involontarie: i muscoli si contraggono e rilassano rapidamente, producendo energia termica. Questo meccanismo, detto shivering, serve proprio a innalzare la temperatura corporea fino al nuovo set‑point.
Fino a quando la temperatura interna non raggiunge quella impostata dal cervello, il corpo resta in modalità “produzione di calore”: sensazione di freddo, tremori, pelle fredda. Solo quando il sangue che irrora il cervello sale abbastanza di temperatura, il sistema smette di generare calore con i brividi, e la sensazione di freddo svanisce. Allora comincia la fase in cui si percepisce calore e spesso si suda.
Perché la febbre usa questo trucco
L’aumento della temperatura corporea durante la febbre non è un malfunzionamento, ma una risposta strategica del corpo. Molti microrganismi patogeni (virus e batteri) hanno difficoltà a sopravvivere o moltiplicarsi in ambienti più caldi. Allo stesso tempo il calore accelera alcune funzioni del sistema immunitario, come la produzione dei globuli bianchi.
Perciò far “salire il termometro interno” è una modalità difensiva. I brividi e il freddo iniziale sono il prezzo da pagare per creare un ambiente ostile ai patogeni. Quando l’infezione è sotto controllo, l’ipotalamo riporta il set‑point alla norma e il corpo attiva meccanismi opposti: vasodilatazione, sudorazione, perdita di calore, e così termina la febbre.
