Pasquetta, diventa il re della griglia grazie a questi consigli: mai più cibi bruciati o rovinati

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Un piacevole pranzo di Pasquetta? A metterti i bastoni tra le ruote c’è sempre questo inarrestabile nemico. Così puoi debellarlo definitivamente!

 

Il giorno di Pasquetta rappresenta, per tutti noi italiani, una festa di unità e condivisione, che sia con la propria famiglia o con i propri amici, che generalmente prevede lo svolgimento di una grigliata.

 

La tradizione vuole che questo, ormai considerato a tutti gli effetti un vero e proprio rito, avvenga in campagna, come la storia ci ha insegnato nel corso dei decenni addietro, dove il “primo Sole” dell’anno rappresentava il miglior pretesto per uscire all’aria aperta.

 

Si potrebbe quasi dire che il cibo, e dunque il pasto in sé, da fulcro sia destinato a passare in secondo piano, in favore del rito collettivo dell’amicizia e della spensieratezza che ormai Pasquetta rappresenta per molti di noi.

 

E forse, questo senso di libertà è proprio il medesimo che possiamo ritrovare nelle portate, rigorosamente alla griglia, ma che offrono ampia scelta per i gusti di tutti, dalla carne al pesce, passando per vegetali e frutta.

I segreti per un risultato strabiliante 

Quali sono le indicazioni da seguire, nonché le caratteristiche da conoscere a menadito, per far sì che la grigliata per Pasquetta risulti perfetta, priva di bruciature vistose che rischiano di rovinare i prodotti non rendendoli, di fatto, più edibili? Secondo la fisica sono 3 le grandezze fisiche fondamentali che entrano in gioco durante la grigliatura degli alimenti, siano essi carne o vegetali: stiamo parlando della temperatura, del calore e della distanza dalla carbonella. 

 

Perciò, tutto parte dalla distribuzione alla base della griglia della carbonella stessa, da spargere uniformemente senza accumuli particolari, in modo che l’aria possa usufruire di specifici passaggi per poter circolare, dato che l’ossigeno è a dir poco essenziale per favorire la corretta accensione del materiale. Il fuoco deve essere tenuto vivo, non impiegando alcool o altri liquidi infiammabili equipollenti: la temperatura dei carboni dovrà sempre gravitare all’interno di una forbice compresa tra i 200°C e i 500°C. 

Attenzione massima a questi aspetti

Come capire se la temperatura si aggira effettivamente al di sopra della soglia minima e al di sotto della soglia massima? Non procedendo con misurazioni specifiche con termometri di vario genere, naturalmente, bensì osservando il colore dei carboni, che dovranno apparire rossicci per comunicarci che la temperatura sia quella più adeguata. Per ravvivare carboni che, invece, paiono eccessivamente neri o risultano coperti da una polverina bianca, poiché di temperatura inferiore rispetto al limite minimo, basterà fare aria, anche con un giornale arrotolato, così da fornire ossigeno e favorire la combustione

 

Il meccanismo fisico principale che permette ai carboni di trasferire calore direttamente agli alimenti disposti sulla griglia è l’irraggiamento: ciò significa che la carne, quando e se troppo vicina, potrebbe rischiare di bruciarsi esternamente, invece che cuocersi all’interno, mentre finirebbe per seccarsi quando troppo distante. Basta attenersi a qualche centimetro di distanza per favorire una cottura corretta.

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