"Parlare con il telefono all'orecchio è pericoloso", gli esperti dicono questo: una buona abitudine da adottare

Un gesto che in molti eseguono senza nemmeno pensarci. Eppure, le conseguenze sul lungo termine possono rivelarsi estremamente disagianti.
Quando riceviamo una telefonata sul nostro telefono, dipendentemente dalla situazione in cui ci troviamo siamo portati a rispondere in modo diverso, che sia con auricolari, vivavoce o portando il cellulare direttamente all’orecchio.
Soffermandoci, in particolare, su quest’ultima pratica, la stessa deriva da una necessità imposta dai primi telefoni con cornetta fissa, che imponevano il sollevamento del telefono in modo tale che orecchio e bocca potessero trovarsi all’altezza adeguata per ascoltare e parlare.
A partire dall’introduzione dei cellulari mobili, nonché dei successivi smartphone, si è assistito, invece, all’introduzione della funzione rappresentata dal vivavoce, che permette di comprendere l’interlocutore senza necessità di avvicinare il cellulare alla testa.
Che l’abitudine ci porti, il più delle volte, ad assumere la stessa postura che ci veniva “obbligata” un tempo, sollevando la mano per portare lo smartphone all’altezza dell’orecchio, è un qualcosa di assolutamente lecito. Ma siamo sicuri che, in termini di sicurezza, sia la scelta migliore?
Quanto negativamente questo comportamento può incidere?
La domanda, a questo punto, sorge spontanea: parlare per svariati minuti con il telefono incollato all’orecchio può essere pericoloso? Per scavare approfonditamente e ricercare la risposta è fondamentale comprendere come le onde elettromagnetiche, a seconda dell’energia che possiedono, vengono ordinate all’interno di uno spettro, in modo da distinguerle chiaramente tra ionizzanti e non ionizzanti.
I telefoni cellulari emettono e ricevono continuamente microonde e onde radio, classificabili tra quelle non ionizzanti, ossia quelle che non possiedono energia sufficiente a produrre modifiche sulla struttura della materia, incapaci, perciò, di produrre variazioni del DNA umano.
Cosa ci dice la scienza?
In relazione alla crescita di intensità che le stesse possono possedere, però, riescono a rivelarsi anche capaci di riscaldare i tessuti e gli organi esposti alle onde. In merito, il sito dell’AIRC evidenzia come l’uso del cellulare non può causare tumori all’apparato cerebrale, tenendo conto delle prove disponibili attualmente, insufficienti ad affermare la presenza di un eventuale nesso tra l’esposizione alle onde elettromagnetiche non ionizzanti e una maggior percentuale di incidenza di questa tipologia di neoformazioni. Si tratta, comunque, di un’eventualità che merita ulteriori approfondimenti per raggiungere una certezza conclamata. Nel dubbio, si consiglia, comunque, di mantenere una serie di accorgimenti, come preferire l’utilizzo del vivavoce, allontanando il cellulare dal cervello, aumentando la distanza e conducendo l’intensità della radiazione a ridursi.