Non lasciare mai la bottiglietta d'acqua in auto: potresti mettere in pericolo la tua salute

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Lasciare una bottiglietta in auto con un po’ di acqua può far comodo, eppure i rischi che si corrono non sono pochi.

Le bottigliette d’acqua da mezzo litro sono ormai un oggetto quotidiano, tanto diffuso da sembrare sempre esistito. In realtà la loro storia è piuttosto recente: si sono imposte a partire dagli anni Ottanta, quando il consumo di acqua in bottiglia ha iniziato a crescere rapidamente in tutto il mondo.

Prima, l’acqua si acquistava soprattutto in grandi bottiglioni di vetro o direttamente dal rubinetto. L’arrivo del formato da mezzo litro in plastica ha cambiato le abitudini, perché ha reso l’acqua “portatile”, perfetta da infilare in borsa o nello zaino senza pensieri.

Il successo sta tutto nella comodità. Una bottiglietta da 500 ml è leggera, si beve in pochi sorsi e non è ingombrante. È diventata la compagna ideale di chi viaggia, fa sport o semplicemente vuole avere sempre a disposizione un po’ d’acqua fresca.

Con il tempo, però, questa praticità ha aperto anche riflessioni ambientali, perché il numero enorme di bottigliette prodotte ogni anno ha un impatto notevole

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La bottiglietta d’acqua in auto

Può sembrare una soluzione pratica: tenere una bottiglietta d’acqua in macchina per ogni evenienza. Così, se all’improvviso arriva la sete, basta allungare la mano e si ha già qualcosa da bere. Ma cosa accade se quella stessa bottiglia è rimasta chiusa in auto per settimane intere, magari due mesi e mezzo sotto il sole estivo? A quel punto, quell’acqua è davvero sicura da bere?

L’automobile in estate funziona un po’ come una serra. La luce del sole penetra dai finestrini, viene assorbita da superfici come i sedili o il cruscotto e poi riemessa sotto forma di radiazione infrarossa. Solo che i raggi infrarossi restano intrappolati all’interno, incapaci di uscire, e l’abitacolo si trasforma in un forno. Non è raro che in piena estate, con l’auto parcheggiata al sole, la temperatura interna superi i 60 gradi, arrivando perfino a valori intorno ai 65°C: una vera sauna.

Una situazione da non sottovalutare

A temperature così elevate entra in gioco la fisica della materia. Il calore, infatti, favorisce la rottura di alcuni legami chimici della plastica, e di conseguenza piccole quantità delle sostanze con cui è prodotta la bottiglia possono migrare nell’acqua contenuta al suo interno. Secondo la Food and Drug Administration (FDA), il livello di questi composti è molto basso e ritenuto sicuro. Tuttavia, in via precauzionale, resta consigliabile evitare di consumare acqua rimasta a lungo in bottiglie di plastica esposte al sole.

Un’alternativa più sicura e sostenibile consiste nel ridurre gradualmente l’uso delle bottigliette usa e getta e preferire borracce riutilizzabili, soprattutto quelle termiche. Oltre al beneficio ambientale, offrono un vantaggio pratico non indifferente: i materiali isolanti di cui sono fatte limitano quasi del tutto il passaggio di calore, mantenendo l’acqua fresca anche in condizioni difficili. Così si elimina il rischio e al tempo stesso si adotta una scelta più rispettosa per l’ambiente.

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