NASA, un componente molto importante di Artemis III è in ritardissimo: potrebbe non essere pronto per il 2027, missione slittata
La fattibilità della missione sta rischiando fin troppo. La preoccupazione è palpabile: potrebbe non esserci più modo di recuperare i progressi smarriti…
All’interno del programma spaziale NASA ad aver assunto un’importanza crescente durante le ultime stagioni è stata sicuramente l’organizzazione della missione Artemis, possibile grazie alla proficua collaborazione instaurata con l’ESA, la JAXA e la CSA, solo per citarne alcune.
Ma quale obiettivo pone questo ambizioso programma? La spedizione dell’uomo sulla Luna, che tornerebbe a posare la propria impronta sul territorio del satellite dopo più di mezzo secolo dall’ultima volta: era il 1972 quando l’Apollo 17 permise all’equipaggio di raggiungere il suolo lunare.
Oltre a ciò, l’impegno della comunità dovrebbe permettere la sperimentazione diretta di infrastrutture e tecnologie specifiche da impiegare nelle future missioni extra lunari, in particolar modo quelle che prevedono il raggiungimento e la colonizzazione di Marte. Ma l’ambizione ha portato la NASA a spingersi ben oltre ciò.
L’idea comune è quella di dare origine ad una presenza stabile, in modo pienamente sostenibile, sul suolo lunare, attraverso la costruzione di basi permanenti e laboratori di ricerca, dove poter condurre esperimenti direttamente a contatto con l’atmosfera lunare.
Dubbi che potrebbero palesarsi come concreti problemi
Ma adesso sono addirittura gli stessi consulenti per la sicurezza della NASA a dubitare circa la capacità di supporto che la Starship elaborata da SpaceX (che sarà impiegata nell’ambito della missione) riuscirà a garantire nel merito dell’esecuzione della missione Artemis 3, il cui lancio è previsto per il 2027.
La versione Human Landing System, infatti, potrebbe subire significativi ritardi nella sua ultimazione: in questo caso la missione sarebbe costretta a slittare, almeno di un paio di stagioni, mandando quasi completamente in fumo i piani della NASA.
Quali aspetti destano maggiore preoccupazione?
Il relatore Paul Hill ha trascorso del tempo presso la base spaziale Starbase, di proprietà di SpaceX, al fine di osservare lo svolgimento dei lavori in prima persona, servendosi del prezioso punto di vista degli attuali colleghi relatori, precedentemente astronauti, Kent Rominger e Charlie Precourt. Lo stesso Hill ha affermato che il programma si trova correntemente “messo a dura prova” e che potrebbe subire ritardi rispetto alle previsioni. Dall’esterno non ci è ancora dato sapere quali sono i problemi che correntemente impongono agli esperti maggiore attenzione, destando anche una particolare preoccupazione, né quanto impatteranno sui risultati finali della missione, ma l’intervento del presidente di SpaceX Gwynne Shotwell ha messo in luce come la fase più preoccupante sia quella rappresentata dall’attracco delle Starship in orbita. A scriverlo è SpaceNews.com.
