Lavarsi le mani, sicuramente lo stai facendo nel modo sbagliato: questo è il modo corretto consigliato dagli scienziati

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Ti sembrerà di lavarti le mani nel modo giusto, ma quasi certamente stai commettendo errori che rendono il gesto meno efficace di quanto credi.

 

Fin da piccoli ci viene insegnato a lavarci le mani, eppure quasi nessuno lo fa davvero bene. Bastano pochi secondi sotto l’acqua, un po’ di sapone e il gioco sembra fatto. In realtà, si tratta solo di una parvenza di pulizia, una falsa sicurezza che non tiene conto della biologia reale dei microrganismi che abitano la nostra pelle. 

 

Anche nei contesti più istruiti, la maggior parte delle persone trascura le regole fondamentali, come il tempo di contatto con il sapone o la copertura completa delle mani durante lo sfregamento. A rendere il quadro più confuso è l’idea diffusa che esistano saponi più “forti” o disinfettanti miracolosi

 

Si tende a scegliere il prodotto con l’etichetta più rassicurante, senza comprendere realmente cosa significhi “antibatterico” e cosa succeda, in pratica, ai microbi durante il lavaggio. A peggiorare le cose, molti dimenticano che non tutti i batteri sono dannosi e che eliminarli indiscriminatamente può avere effetti collaterali inattesi.

A questo punto, diventa necessario distinguere due approcci diversi per l’igiene delle mani. Il primo mira a ridurre la quantità totale di microrganismi presenti sulla pelle: si ottiene con acqua e sapone, sfruttando le proprietà tensioattive che staccano lo sporco e rendono la pelle scivolosa e che facilita la rimozione dei microbi. Il secondo approccio è l’uccisione diretta dei microrganismi tramite sostanze attive come alcol, perossidi o triclosan.

Il paradosso dei saponi antibatterici

Sebbene alcuni studi dimostrino che i saponi antibatterici possono eliminare più efficacemente certi patogeni in condizioni di forte contaminazione, esiste un rovescio della medaglia. L’uso continuato di agenti disinfettanti può favorire la selezione di ceppi resistenti, capaci non solo di sopravvivere ma anche di trasmettere i geni di resistenza ad altri batteri. In particolare, il triclosan, un tempo usato in dentifrici e detergenti, è stato progressivamente vietato per via degli effetti endocrini riscontrati negli studi su animali.

Per questo motivo, le principali autorità sanitarie, inclusa la Food and Drug Administration statunitense, raccomandano l’utilizzo di saponi comuni, non antibatterici. La semplice combinazione di acqua pulita, sapone e un tempo di frizione di almeno venti secondi resta, ad oggi, il metodo più sicuro e sostenibile per la rimozione dei patogeni.

La lezione nascosta nei nostri microbi

Non tutto ciò che vive sulla nostra pelle è un nemico. Il corpo umano ospita trilioni di microrganismi che formano il microbiota, un ecosistema vitale per il corretto funzionamento del sistema immunitario e per la protezione contro patogeni invasivi. Questo equilibrio può essere alterato da stress, antibiotici, sonno insufficiente o abitudini alimentari scorrette. E sebbene il lavaggio delle mani sia fondamentale per ridurre i rischi di infezione, non deve trasformarsi in un’ossessione che compromette la diversità microbica naturale.

Il messaggio della scienza è chiaro: per proteggersi davvero, bisogna lavarsi le mani in modo corretto e consapevole, ma anche favorire il benessere del proprio microbiota. Solo così possiamo convivere in equilibrio con il mondo invisibile che ci circonda.

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