La Fisica di Stranger Things, cosa c'è di vero nella serie Netflix? Spoiler, più di quanto immagini

Stranger Things e il fascino del possibile: quando la fantascienza sfiora la realtà. Guarda la famosa serie con gli occhiali della Fisica!
C’è qualcosa di ipnotico nell’universo narrativo di Stranger Things. È sicuramente la potenza evocativa degli anni Ottanta, l’abilità con cui la serie intreccia horror, avventura e amicizia, ma non bastano questi due elementi. A colpire davvero è quella sensazione continua che tutto, per quanto assurdo, sembri possibile. Perfino i fenomeni più strani si incastrano con precisione in una logica interna che, sorprendentemente, sfiora i limiti della scienza reale.
Nei laboratori segreti di Hawkins, tra esperimenti psichici e squarci interdimensionali, la narrazione attinge a una vasta gamma di concetti scientifici autentici. Alcuni sono solo suggestioni, altri richiami diretti a teorie consolidate della fisica moderna. E se da un lato è chiaro che ci troviamo davanti a un’opera di finzione, dall’altro è impossibile ignorare il piacere con cui la serie si diverte a giocare con ipotesi che la scienza non esclude del tutto.
I poteri di Undici e l’esistenza del Sottosopra vengono presentati in modo spettacolare, ma non sono campati in aria quanto si potrebbe pensare. Alcune scene, come il ribaltamento di un furgone con la sola forza del pensiero o le comunicazioni attraverso le pareti dimensionali, offrono il pretesto perfetto per interrogarsi su principi fisici reali e sui loro limiti. È proprio in questa zona grigia, tra scienza e immaginazione, che Stranger Things costruisce il suo equilibrio.
Per cominciare, il potere più iconico di Undici, la psicocinesi, solleva una domanda chiave: è possibile esercitare una forza a distanza senza contatto fisico? In fisica esistono forze che agiscono così, come la gravitazione o l’interazione magnetica. Tuttavia, nessun esperimento ha mai dimostrato l’esistenza di una forza mentale capace di modificare la realtà. Eppure, se si considera il lavoro richiesto per sollevare un furgone di due tonnellate, il calcolo energetico diventa impressionante: circa sessantamila joule sviluppati in un decimo di secondo, equivalenti a seicento kilowatt di potenza. Undici, insomma, produce l’energia necessaria a illuminare un’intera cittadina per un istante.
Esperienze mentali e intrecci quantistici
Il secondo potere, quello che permette a Undici di percepire persone lontane e luoghi remoti, si avvicina invece a un fenomeno reale: l’entanglement quantistico. In questo stato, due particelle legate condividono informazioni istantaneamente, anche se separate da distanze cosmiche. Einstein definì questa proprietà “spooky action at a distance”, incapace com’era di accettarne le implicazioni. Sebbene nessun cervello umano possa replicare un’entanglement, il concetto aiuta a rendere plausibile, almeno in teoria, il tipo di connessione mentale che la serie attribuisce alla protagonista.
Il Sottosopra, con la sua atmosfera densa e il tempo rallentato, viene rappresentato come un mondo governato da leggi fisiche differenti. Alcune caratteristiche, come la forza gravitazionale invertita o il flusso temporale alterato, ricordano condizioni estreme simili a quelle nei pressi di un buco nero, dove spazio e tempo vengono distorti dalla massa. Tuttavia, a differenza di un buco nero, che trattiene tutto ciò che attraversa il suo orizzonte, il varco tra i due mondi è percorribile in entrambi i sensi. Questo lo rende più simile a un wormhole, una struttura ipotizzata dalla relatività generale che collegherebbe due punti distanti dello spaziotempo.
Segnali, barriere e luci che si accendono
Infine, l’episodio in cui Will comunica con la madre attraverso le luci di Natale trova un’analogia nella fisica classica e quantistica. Da un lato, l’induzione elettromagnetica potrebbe spiegare come una variazione di campo magnetico provochi l’accensione delle lampadine. Dall’altro, l’effetto tunnel descrive la possibilità, secondo la meccanica quantistica, che una particella attraversi una barriera energetica altrimenti invalicabile.
La serie suggerisce che, in un sistema sufficientemente complesso, anche un pensiero possa attraversare una soglia e trasformarsi in un segnale osservabile nel mondo reale. Stranger Things resta una narrazione fantastica. Ma nel modo in cui fonde emozione, immaginazione e rigore scientifico, diventa anche un’occasione unica per guardare la fisica con occhi diversi.
