Il tuo bambino conta con le dita? Secondo un nuovo studio potrebbe diventare molto bravo in matematica

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Contare con le dita non è un segno di difficoltà, ma un passaggio utile per sviluppare abilità più avanzate con i numeri.

Contare con le dita è uno di quei gesti che spesso fa storcere il naso a genitori e insegnanti. Sembra qualcosa da evitare, come se fosse un modo “sbagliato” di risolvere i problemi. 

E invece no: secondo una nuova ricerca dell’Università di Losanna, usare le dita per fare i conti tra i 4 e i 6 anni e mezzo può essere un ottimo segnale. I bambini che lo fanno, infatti, sviluppano migliori capacità di calcolo mentale intorno ai 7 anni rispetto a chi non lo fa.

I ricercatori hanno seguito 211 bambini svizzeri per tre anni, osservando come risolvevano semplici operazioni di addizione. In quel periodo quasi tutti hanno usato le dita almeno una volta, ma quelli che a un certo punto hanno smesso spontaneamente sono risultati i più bravi.

A 7 anni e mezzo, erano loro a risolvere meglio i calcoli, più di quelli che ancora contavano con le dita e anche di quelli che non le avevano mai usate.

I numeri si imparano anche con le mani

Molti insegnanti tendono a correggere i bambini quando li vedono contare con le dita. L’idea è che, per “essere bravi”, bisognerebbe imparare subito a fare tutto a mente. Ma i dati raccontano un’altra storia. Usare le dita non blocca lo sviluppo delle capacità mentali, anzi, lo aiuta. È un passaggio, un modo per rendere i numeri più concreti e comprensibili.

Anzi, la maggior parte dei bambini che contano con le dita smette da sola, quando non ne ha più bisogno. Per questo, secondo gli autori dello studio, non solo non ha senso vietarlo, ma sarebbe meglio accompagnare questa fase con pazienza e fiducia.

Un gesto naturale, che prepara al pensiero astratto

Contare con le dita non è una stampella, ma un ponte. Aiuta i bambini a fare il salto dal “vedere” i numeri al riuscire a gestirli a mente. E la ricerca lo conferma: chi ha usato le dita in passato, ma ora riesce a fare i conti mentalmente, è anche chi ottiene i risultati migliori.

Insomma, se vedi tuo figlio che muove le mani per fare due più tre, niente panico. Non vuol dire che è indietro o che non capisce. Vuol dire che ci sta arrivando, a modo suo. E a quanto pare, ci arriverà molto bene.

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