Il tramonto è una delle cose più romantiche che esistano: ecco perché ha queste tonalità rossastre-arancioni

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Il tramonto ha sempre affascinato l’uomo, soprattutto per via delle sue luci e dei suoi colori. Queste tonalità non sono casuali, e la spiegazione è tutt’altro che banale.

Il tramonto ha avuto, in quasi tutte le culture, un valore simbolico forte. È stato visto come la fine, il declino, il passaggio. Non a caso, molte lingue usano espressioni come “tramonto di un impero” per indicare la chiusura di un’epoca.

Nell’arte e nella letteratura, è spesso legato alla malinconia o alla riflessione sul tempo che passa. Dai poeti romantici ai pittori impressionisti, il tramonto diventa uno sfondo per ragionare su ciò che finisce, ma senza retorica: solo osservazione e sintesi.

In ambito religioso, segna momenti precisi: nella tradizione ebraica, ad esempio, è l’inizio del nuovo giorno. In molte culture contadine, invece, scandiva i ritmi del lavoro e della preghiera, indicando che era tempo di fermarsi.

Anche oggi, pur con ritmi diversi, il tramonto resta un punto di riferimento. Non è solo un evento naturale: è un orologio simbolico che continua a marcare il confine tra il fare e il riposare, tra luce e buio.

Quando il cielo si accende di rosso

Il tramonto è una di quelle cose che non smettono mai di stupire. È tra i momenti più romantici della giornata, quando il Sole sembra rallentare, scivolando piano verso l’orizzonte. Ma dietro quel colore caldo e avvolgente non c’è magia: è tutta una questione di luce, lunghezze d’onda e… distanze. Basta osservare con attenzione per accorgersi che la scienza, a volte, sa essere davvero poetica.

Quando si parla di tramonto, in realtà, si intende quell’intervallo di tempo serale in cui il Sole, molto basso sull’orizzonte, assume tonalità rosse e arancioni. È un fenomeno comune, eppure ogni sera appare diverso: più intenso, più tenue, a volte quasi violaceo. Tutto dipende da quanto cammino deve fare la luce per raggiungere i nostri occhi.

La fisica dei colori del tramonto

La luce solare è composta da un insieme di colori, ognuno con una diversa lunghezza d’onda. Più la lunghezza d’onda è corta, come nel caso del blu, maggiore è la sua interazione con le molecole dell’atmosfera. Durante il giorno, infatti, è proprio il blu a diffondersi di più, riempiendo il cielo di quel colore limpido che tutti conoscono. Ma la sera le cose cambiano: il Sole è più basso e la sua luce deve attraversare uno strato molto più spesso di aria.

Questo significa che la diffusione della luce interessa una porzione più ampia dello spettro: non scompare solo il blu, ma anche parte dei verdi e dei gialli. Quello che resta – le onde più lunghe, come rosso e arancione – è ciò che raggiunge direttamente l’occhio. Ed è così che il Sole si tinge di quei colori caldi che lo rendono così suggestivo.

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