Gli scienziati hanno scoperto un oceano nascosto, è un'oasi per la vita: tutto grazie a un fenomeno unico

Scavando in acque profonde i ricercatori hanno trovato una sorpresa capace di ribaltare le nostre idee sugli abissi. Un luogo dove fluidi bollenti e bolle fredde convivono a pochi centimetri.
La scoperta è avvenuta a circa mille trecento metri di profondità, al largo delle coste della Papua Nuova Guinea, su un fondale noto come Conical Seamount. Per anni le spedizioni nella zona avevano rilevato solo tracce isolate di attività sottomarina.
Ma durante l’ultima missione, grazie a un robot esploratore, gli scienziati si sono imbattuti in qualcosa di completamente diverso: su un’area limitata convivevano fuoriuscite di acqua calda da sorgenti idrotermali e gas freddi carichi di metano, emergenti quasi nello stesso punto.
Subito è apparso chiaro che non si trattava di un fenomeno passeggero. I parametri geochimici indicavano condizioni stabili, con un sottosuolo particolarmente ricco di sedimenti organici e un reticolo di cunicoli tramite cui magma e fluidi migravano verso la superficie. Ciò che rende unico questo sito è la coesistenza, a distanza minima, di due sistemi che di norma sono distinti: fluidi arroventati e gas freddi emergenti in sinergia.
La convivenza di queste due sorgenti genera un ambiente chimicamente molto complesso. L’acqua calda che sale dalle profondità trasporta minerali disciolti, mentre il metano dei sedimenti risale come gas freddo. Quando queste due correnti si incontrano sul fondale ospitano reazioni chimiche che producono composti utili a forme di vita adattate a condizioni estreme. In pratica si forma un vero e proprio hotspot biologico, alimentato da due naturali “motori”: termico e chimico.
Un incontro geochimico senza precedenti
La geologia del Conical Seamount unisce sedimenti ricchi di materia organica a un’attività vulcanica ancora attiva in profondità. Il magma sotterraneo riscalda i sedimenti generando metano e altri idrocarburi che si elevano verso l’alto lungo fratture e crepe.
Allo stesso tempo, i fluidi riscaldati dal calore geotermico vengono spinti verso la superficie. Il risultato è un doppio getto: acqua calda e gas freddi emergono quasi fianco a fianco. Un sistema ibrido che finora non era mai stato osservato e che crea condizioni chimiche e termiche molto stabili, ideali per ospitare forme di vita insolite.
Un santuario di biodiversità e un monito per il futuro
Su queste rocce vive una comunità sorprendentemente fitta: molluschi bivalvi, vermi tubicoli, crostacei, echinodermi violacei, e probabilmente specie ancora ignote alla scienza. In alcuni punti il fondale appare completamente coperto da organismi, al punto che la roccia non si vede. Il team che ha scoperto l’area lo ha chiamato “Karambusel”, dal termine locale per “cozza”, in onore delle popolazioni dominanti sul fondo.
Ma questa oasi nascosta rischia di diventare fragile se sottoposta a pressione umana. Nelle vicinanze esistono già miniere di metalli preziosi e sono in corso richieste di sfruttamento delle risorse sottomarine. Metallo come oro e argento, depositatisi anticamente grazie a processi geotermici, rende il sito interessante anche dal punto di vista economico. Gli scienziati lanciano un monito: prima di ogni intervento serve uno studio approfondito e un’azione di tutela. In questo angolo remoto dell’oceano si cela un patrimonio naturale unico, un laboratorio biologico che merita protezione prima che il profitto cancelli ciò che solo la natura aveva costruito.
