Dormi con il telefono vicino alla testa? Ecco quello che devi sapere

Tanti lo fanno senza pensare minimamente alle conseguenze. Ma le ricerche scientifiche non mentono. Ecco tutta la verità.
Un’abitudine decisamente comune, non soltanto tra i giovani, i cosiddetti “nativi digitali”, ma ormai parte integrante della vita anche degli adulti, che hanno imparato a prendere dimestichezza con i cellulari.
A tal punto da portarli con sé in ogni minimo spostamento che avviene nel corso della giornata, fuori casa (comprensibilmente), così come dentro, dalla cucina al salotto, passando per il bagno, fino alla camera da letto.
In molti non usano ormai più la televisione per “tenersi compagnia” e conciliare il sonno, trascorrendo le ore o i minuti prima di addormentarsi guardando i propri programmi o film preferiti: questo ruolo ora spetta prettamente agli smartphone.Ormai un accessorio indispensabile, dunque, costringendo, indirettamente, le persone a portare il dispositivo con sé, ponendolo sotto al cuscino o sul comodino. Ma quali potrebbero essere le conseguenze di una simile abitudine, continuata nel tempo?
Come si esprime la scienza a riguardo?
Le onde elettromagnetiche possono scientificamente essere ordinate, ossia categorizzate, all’interno di uno spettro, rendendo possibile la distinzione in onde ionizzanti e non ionizzanti. Per quanto riguarda, nello specifico, i nostri telefoni cellulari, questi sono in grado di emettere onde radio e microonde, facenti parte della categoria delle non ionizzanti, possedenti un quantitativo di energia non sufficiente a produrre modifiche relative alla struttura della materia, né di indurre, in casi più estremi, a mutazioni del DNA.
L’AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) mette in chiaro come dormire frequentemente con il cellulare vicino alla propria testa non rappresenti un fattore di aumento di rischio circa la possibilità di sviluppare un tumore al cervello, data l’indisponibilità di prove a sufficienza che certifichino un nesso tra le due cose. D’altra parte, è significativo sottolinearlo, l’intera comunità scientifica è congiuntamente convinta della necessità di continuare a condurre approfondimenti e studi in merito, considerando anche il fatto che tale abitudine si sia diffusa soprattutto nel corso dell’ultimo decennio o poco più.
Una serie di fattori da attenzionare
Esistono, comunque, una serie di consuetudini che sicuramente non saranno in grado di produrre effetti negativi se adottate, anzi il contrario. Sarebbe, infatti, più opportuno mantenere il proprio smartphone almeno sul comodino di fianco al letto, invece che sotto il cuscino: l’intensità delle radiazioni prodotte dal dispositivo è in grado di diminuire con il quadrato della distanza. Ciò significa, per spiegarlo in termini numerici, che mantenersi ad una distanza di circa 40 centimetri dal cellulare porta ad una diminuzione dell’intensità delle onde elettromagnetiche pari al 99%, secondo stime grossolane che, è bene precisarlo, non tengono conto di ulteriori fattori. Dunque è fondamentale comprendere come l’esposizione alle onde elettromagnetiche sia capace di diminuire con l’aumentare della distanza tra la testa o il corpo umano e il dispositivo che le produce, nonché di come, in conclusione, i dati prodotti dagli studi fino ad ora svolti non siano stati in grado di evidenziare conseguenze allarmanti, neppure dannose, derivanti dalla presenza del telefono sul comodino di fianco al letto nel corso delle ore notturne.