"D'inverno non c'è bisogno di mettere la crema solare", sbagliato: in questo posto ci si abbronza peggio che al mare

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La crema solare è davvero essenziale, e non solo d’estate. Questo perché esistono alcuni pericoli nascosti anche quando fa freddo.

Le creme solari sono diventate un gesto abituale per molti, quasi un rituale che accompagna le giornate all’aperto. Dietro quel semplice strato di crema c’è l’idea di protezione: un modo per prendersi cura della pelle, ma anche per godersi il sole con più serenità.

La loro storia è relativamente recente, ma la necessità di difendersi dal sole è antica quanto l’uomo. Già in passato si usavano oli, impasti o pigmenti naturali per schermare il corpo dai raggi più forti, segno che il legame tra luce e benessere è sempre stato profondo.

Oggi le creme solari sono simbolo di attenzione e consapevolezza. Non servono solo al mare o in montagna: rappresentano un piccolo gesto quotidiano che parla di prevenzione e di cura di sé. L’atto stesso di spalmarle è quasi un modo per fermarsi un momento, dedicarsi tempo.

In fondo, il sole resta una presenza vitale e potente, capace di regalare energia ma anche di mettere alla prova. Le creme solari ci ricordano che la relazione con la natura non è fatta di opposizioni, ma di equilibrio: imparare a convivere con la luce, senza temerla, ma rispettandola.

I problemi di abbronzatura

Molti pensano che la spiaggia sia il luogo per eccellenza dove ci si abbronza di più, ma in realtà le cose non stanno proprio così. L’intensità dei raggi solari non dipende soltanto dalla loro presenza diretta, ma anche da quanta atmosfera devono attraversare per arrivare fino alla pelle. E qui entra in gioco l’altitudine: più si sale, più l’aria si fa sottile e meno “colonne” di atmosfera restano a filtrare la radiazione.

In montagna, quindi, i raggi solari sono più forti e diretti. Già a 1.000-2.000 metri di quota, la quantità di radiazione ultravioletta che raggiunge la pelle può aumentare sensibilmente rispetto al livello del mare. Ecco perché, anche se la temperatura è più bassa e l’aria sembra più “pulita”, la possibilità di scottarsi è molto più alta.

Un altro fattore da non sottovalutare

C’è poi un altro fattore che spesso si sottovaluta: le superfici. In montagna, tutto ciò che è chiaro, come la neve o perfino certe rocce, riflette una grande quantità di luce. Questo significa che la pelle non viene colpita solo dai raggi diretti, ma anche da quelli riflessi, aumentando l’esposizione totale. D’inverno, la neve può riflettere fino all’80% dei raggi solari, creando un effetto “specchio” che amplifica l’abbronzatura ma anche il rischio di ustioni.

Per questo motivo, la protezione solare è indispensabile in qualsiasi stagione. Anche in montagna, e forse soprattutto lì, è fondamentale usare una crema con filtro 50, coprire le zone più esposte e ricordare che il sole, a quelle altitudini, non perdona. 

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