Come pulire i vetri senza aloni: la fisica delle superfici trasparenti

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Hai appena lavato tutti i vetri delle finestre di casa, sei sfinito ma soddisfatto del tuo lavoro… e poi ti accorgi dei bellissimi aloni rimasti sui vetri che ti fanno pentire di aver sprecato tutto quel tempo e quella fatica!
Ma gli aloni sui vetri possono essere combattuti utilizzando un po’ di fisica e qualche accortezza durante il lavaggio: scopriamo di cosa si tratta!

Perché si formano gli aloni? Tensioattivi e detergenti

L’obiettivo del lavare un vetro sporco è, appunto, rimuovere lo sporco per renderlo più lucido e trasparente possibile. Per questo le macchie lasciate dagli aloni sono fastidiosissime: ma cos’è un alone? Sporcizia? Umidità?

Secondo la fisica, l’alone è un residuo di detergente che non è stato ben rimosso dal vetro.

Quando laviamo un vetro, solitamente lo facciamo usando acqua con l’aggiunta di un detergente: l’azione del detergente è principalmente quella di legarsi allo sporco e trascinarlo via dal vetro grazie ai tensioattivi che lo compongono.

Una molecola tensioattiva possiede sia una parte idrofila, capace di legarsi all’acqua, e sia una parte lipofila, capace di legarsi ai grassi e quindi allo sporco ostinato. Queste molecole abbassano la tensione superficiale dell’acqua, permettendole di legarsi meglio allo sporco.

Ma se usiamo troppo detergente, rimuoverlo completamente potrebbe essere più faticoso: potrebbe rimanere del detergente legato sia allo sporco che al vetro, visibile come quello che noi chiamiamo alone.

Il metodo migliore per vetri perfetti: il bilancio tra adesione e coesione dell’acqua

L’acqua è il nostro principale alleato contro lo sporco ostinato e gli aloni sui vetri. Esistono due forze che agiscono in contesti in cui è presente l’acqua e che ci vengono in aiuto per la rimozione dello sporco:

  • Adesione: forza che agisce fra le molecole d’acqua e il vetro; è importante che l’acqua aderisca abbastanza al vetro in modo tale da riuscire a trascinare via lo sporco
  • Coesione: forza che agisce fra le molecole d’acqua e le tiene legate fra loro, contesto in cui compare anche la tensione superficiale

Generalmente, se la coesione è maggiore dell’adesione l’acqua si raggruma a formare delle goccioline, bagnando poco il vetro; mentre se l’adesione supera la coesione l’acqua si stende bagnando meglio la superficie.

Allora per pulire al meglio un vetro, abbassare leggermente la tensione superficiale dell’acqua con un detergente (e quindi diminuire la coesione fra le molecole) può aiutare l’acqua a stendersi meglio sul vetro per rimuovere lo sporco efficientemente. Usarne troppo significa quindi “lubrificare” troppo la superficie, con l’effetto che la nostra soluzione pulente arrivi a “scivolare” troppo senza trattenere bene lo sporco.

Il consiglio è quindi quello di usare poco detergente in parecchia acqua, senza esagerare con le quantità.

L’effetto dell’umidità ambientale sulla pulizia: evaporazione e tempo di asciugatura

Considerare le giuste condizioni ambientali è fondamentale per evitare la formazione dei famigerati aloni. Questo perché gli aloni, come detto prima, sono residui di detergente in eccesso non rimossi adeguatamente dal vetro.

Un vetro perfetto, allora, passa anche per la giusta asciugatura, ovvero il processo di evaporazione dell’acqua ed asportazione meccanica dei residui di acqua e detergente sporchi. Tipici errori commessi durante la fase di asciugatura sono, ad esempio:

  • Lavare i vetri quando sono esposti ai raggi solari; dato che il Sole può far evaporare l’acqua prima della passata del panno, facendo rimanere aloni e residui di detergente e sporco legati al vetro
  • Lasciare asciugare il vetro all’aria senza passare il panno; sconsigliato per lo stesso motivo di sopra, dato che detergenti e sporcizia rimarrebbero legati al vetro, visibili come aloni
  • Usare un panno già umido o sporco; sconsigliato perché non in grado di assorbire completamente l’acqua sporca, tende semplicemente a spalmare sporco e residui di detergente, favorendo gli aloni

Consigli per un’asciugatura perfetta, allora, potrebbero essere:

  • Lavare i vetri quando non sono direttamente esposti al Sole
  • Utilizzare due panni in microfibra; uno per lavare ed il secondo, asciutto, per ripassare alla fine ed asciugare manualmente i residui di acqua, detergente e sporco

Asciugare muovendo velocemente il panno sul vetro senza tornare due volte nello stesso punto, per evitare di spostare lo sporco in zone già pulite.

L’efficacia dei prodotti naturali: alcuni rimedi della nonna per sconfiggere gli aloni

Non per forza per avere vetri brillanti bisogna spendere milioni in prodotti e attrezzature ultra-performanti. Quando i soldi erano pochi e gli oggetti posseduti solo quelli essenziali, le nostre nonne pulivano i vetri senza lasciare aloni con metodi semplici, ma molto efficaci.

Ci sono valide alternative ai classici detergenti, che sono spesso inquinanti. Molto efficace è il semplice miscuglio di acqua ed un cucchiaino di sapone oppure acqua con un bicchiere di aceto, che fa da disinfettante ed antibatterico naturale.

Anche la patata, ad esempio, possiede delle proprietà ottime e può essere utilizzata per provare a rendere lucidi e senza aloni i vetri. L’interno della patata, infatti, è pieno di proteine e pectine, molecole che abbassano la tensione superficiale, proprio come i tensioattivi dei detergenti: allora tagliamo a metà una patata cruda e strofiniamola sul vetro spolverato, che poi necessiterà di essere solo risciacquato con un panno.

Per l’asciugatura, invece, la carta di giornale può essere l’alleato di cui non sapevamo di aver bisogno. La carta di giornale vecchio stile (i giornali più recenti presentano caratteristiche diverse e meno performanti) può aiutare ad asciugare se passata su un vetro deterso e leggermente umido perché:

  • L’inchiostro contiene resine ed oli che possono lucidare il vetro prevenendo la formazione di aloni;
  • La trama della carta risulta essere leggermente abrasiva ma non graffiante, aiutando a rimuovere anche lo sporco secco e i residui più ostinati.

Sapevate che…

  • Come pulivano i vetri gli antichi?

    Già nell’antica Roma ed Egitto si pulivano vetri e lastre traslucide con spugne vegetali e pelli di animali usando acqua, aceto e a volte grassi animali.

  • Quando è nato il tergi vetro moderno?

    Il primo tergi vetro moderno a lama di gomma leggera e flessibile è nato da Ettore Steccone. Lo strumento ha rivoluzionato il mondo del lavaggio professionale dei vetri, permettendo di rimuovere l’acqua residua in un colpo solo, evitando che si asciugasse lasciando aloni.

 

a cura di Nicola Salvemini

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