"Ci sono due enormi anelli nello spazio": gli scienziati ne sono rimasti affascinati, di cosa si tratta?
Anche gli esperti rimangono estasiati dalle interminabili sorprese che il Cosmo ci riserva. Ma il fascino merita di essere approfondito. Cosa è stato scoperto?
Il processo di formazione degli anelli ha davvero dell’incredibile: secondo gli approfondimenti condotti, è riconducibile alla disintegrazione di una luna o di una cometa vicino al proprio pianeta, per gravità.
A seguito di simili circostanze, le collisioni tra corpi portano all’originarsi di detriti che restano in orbita, sino a formare strutture estremamente spettacolari, le quali assumono posizioni circondando stelle, galassie o pianeti.
Esattamente come avviene con l’esempio più famoso di anelli presenti nello Spazio, quelli planetari. Abbiamo l’opportunità di osservare, nello specifico, intorno a Saturno: i suoi sono composti da polveri e ghiaccio e si sono formati a partire da milioni di minuscoli frammenti.
Alcune galassie, poi, possiedono strutture ad anello, a causa di precedenti collisioni galattiche, come nel principale esempio rappresentato dalla Galassia di Hoag. I dischi protoplanetari, invece, sono anelli di gas e polveri che si originano intorno a stelle giovani, favorendo la nascita di nuovi pianeti.
Una scoperta imprevista
Un recente studio pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society ha svelato la presenza di un fenomeno astronomico rivelato per la primissima volta soltanto sei anni fa, che ha visto riscontro soltanto in pochi esempi simili già confermati. Parliamo di anelli contraddistinti da dimensioni pari a circa 20 volte superiori rispetto alla nostra galassia, i quali potrebbero centrare qualcosa con i flussi di super vento che arrivano dalle radiogalassie ospitanti.
Questi Orc sono visibili unicamente nella banda radio dello spettro elettromagnetico e sono costituiti da plasma relativistico magnetizzato. Gli autori dello studio, provenienti dall’Università di Mumbai, hanno svelato di aver impiegato la piattaforma Rad@home Astronomy Collaboratory, oltre al sistema Lofar.
Il mistero finalmente svelato
In tal modo è stato possibile individuare la sorgente Rad J131346.9+500320, un redshift di circa 0,94, che rappresenta il più potente Orc conosciuto sino ad ora, caratterizzato da due anelli intersecanti.
Pratik Dabhade, del Centro Nazionale per la Ricerca Nucleare di Varsavia, ha spiegato che simili scoperte siano da inserire all’interno di un gruppo ben più ampio di strutture plasmatiche esotiche, soggette a modellamento da getti di buchi neri, ma anche dai venti cosmici, nonché dagli stessi ambienti che gli ospitano. Orc e anelli radio, dunque, non sono affatto entità totalmente isolate o distanti, ma tutto il contrario. A riportarlo è Media Inaf.
