Basket e fisica: quanto conta la scienza dietro ogni canestro?

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Il basket non è solo talento, tecnica e allenamento. Dietro ogni tiro, passaggio, frenata o salto si nasconde un mondo fatto di leggi fisiche. In questo articolo scopriamo quanta fisica c’è nella pallacanestro, analizzando tre fenomeni fondamentali: baricentro, attrito ed effetto Magnus.

Seguiamo Marco, un giocatore immaginario, in un’azione di gioco per capire come la fisica sia un alleato silenzioso in campo.

Baricentro: l’equilibrio in campo non è solo mentale

Marco riceve un passaggio stretto tra due avversari, viene spintonato… ma resta in piedi e continua l’azione!

Come ha fatto? La risposta è nel baricentro.

Cos’è il baricentro?

È il punto in cui si può immaginare concentrata tutta la massa di un corpo. Per restare in equilibrio, è necessario che la retta verticale passante per il baricentro cada all’interno della base d’appoggio.

Come i cestisti sfruttano il baricentro:

  • Piegano le gambe per abbassare il baricentro
  • Allargano i piedi per aumentare la base d’appoggio

Questo aumenta la stabilità e riduce il rischio di cadere durante i contrasti. Un principio basilare della fisica che ogni giocatore applica (spesso inconsapevolmente) in partita.

Attrito: il grip che fa la differenza

Marco dribbla, si ferma di colpo, finta, cambia direzione e… tira!

Tutte queste azioni sono possibili grazie a una sola forza: l’attrito.
L’attrito è una forza di resistenza che si oppone al moto di un corpo che cerca di strisciare su una superficie: risulta quindi fondamentale nelle frenate, di qualsiasi tipo.

Dove troviamo l’attrito nel basket?

  • Tra scarpe e parquet
    • Permette frenate, salti, cambi di direzione.
    • Le scarpe da basket sono progettate per massimizzare il grip.
  • Tra mano e palla
    • Consente di afferrare e controllare la palla.
    • Il rivestimento della palla è studiato per favorire aderenza e precisione.

Immagina di giocare con scarpe lisce su ghiaccio o con una palla bagnata: si scivolerebbe di continuo e sarebbe impossibile eseguire anche solo i movimenti base!

Effetto Magnus: il segreto del tiro perfetto

Marco tira da fuori area: la palla gira, sale… e centra il canestro!

La tipica traiettoria dei tiri nel basket è quella parabolica, con un angolo che varia in base alla posizione e all’altezza del tiratore, ma la rotazione impressa alla palla produce un fenomeno sorprendente: l’effetto Magnus.

Cos’è l’effetto Magnus?

Quando una palla ruota trascina con sé l’aria circostante. Se ad esempio la palla viene lanciata con la tipica rotazione impressa dai cestisti spingendo la mano verso il basso, questo crea una differenza di velocità nel flusso d’aria tra la parte superiore e inferiore del pallone.

Secondo il teorema di Bernoulli:

  • dove l’aria è più veloce → la pressione è più bassa
  • dove è più lenta → la pressione è più alta

Questo sbilanciamento di pressione genera una forza verso l’alto, che aiuta il pallone a mantenere una traiettoria più stabile e precisa.

I grandi cestisti sanno dosare velocità, angolo e rotazione per sfruttare al massimo questo effetto.

Il basket è un mix di fisica, abilità e strategia. Dietro ogni tiro, passaggio o movimento si nascondono leggi della meccanica, della dinamica e dell’aerodinamica. I campioni le applicano con naturalezza, ma comprenderle ci aiuta a giocare meglio, allenarci in modo più consapevole e apprezzare ancora di più questo sport.

Lo sapevi che…

Quali sono le caratteristiche del tiro libero perfetto secondo la fisica?

Il tiro libero perfetto, secondo la scienza, dovrebbe avere:

  • circa 3 rotazioni al secondo
  • un angolo di tiro di 52°
  • rilascio della palla a 215 cm da terra

Questi parametri sono stati calcolati per massimizzare la probabilità di canestro.

a cura di Nicola Salvemini

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