Addio calvizia, a questi topi son cresciuti i peli in soli 20 giorni: cosa hanno scoperto gli scienziati

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La calvizia per alcune persone può essere un problema per molte persone, eppure grazie ad alcuni topolini la situazione cambierà drasticamente!

La calvizie è una di quelle cose che prima o poi tocca tutti da vicino: o capita a sé, o a un amico, o a un parente che comincia a guardarsi allo specchio con un po’ più di attenzione del solito. 

Quando iniziano a diradarsi, non cambia solo l’aspetto esteriore: cambia anche il modo in cui ci si percepisce. È il momento in cui si notano cappelli che prima non interessavano, tagli rasati che diventano improvvisamente “coraggiosi”, o creme miracolose pubblicizzate ovunque.

La calvizie ha anche un lato sociale curioso: c’è chi la vive come una tragedia estetica, chi la trasforma in un tratto di stile e chi fa finta di niente finché possibile. 

In fondo, i capelli vanno e vengono, ma la sicurezza resta. E se la caduta dei capelli può sembrare un colpo al proprio “personaggio”, è anche vero che moltissime persone hanno scoperto che non cambia poi così tanto.

Un’idea che sembrava fantascienza

L’idea che i capelli possano tornare a crescere non grazie a trapianti, farmaci costosi o pozioni miracolose, ma partendo dal grasso sotto la pelle, suona quasi come una storia raccontata tra amici davanti a un caffè. Eppure, è esattamente la direzione in cui si sta muovendo una parte della ricerca scientifica più recente.

Quello che incuriosisce, più della scoperta in sé, è il cambio di prospettiva: per anni ci si è concentrati solo sul follicolo, come se fosse un organismo isolato, mentre ora emergono collegamenti più complessi fra cellule immunitarie, grasso e segnali chimici invisibili che fanno scattare l’interruttore della ricrescita.

Cosa hanno scoperto davvero i ricercatori

Come riportato da Medical Xpress, secondo uno studio realizzato da un gruppo della National Taiwan University con la collaborazione di ricercatori statunitensi, nei topi la ricrescita dei peli è stata riattivata sfruttando un meccanismo inaspettato: la lipolisi, cioè la degradazione dei grassi all’interno degli adipociti della pelle. Quando la cute veniva irritata o lesionata artificialmente, le cellule adipose iniziavano a “svuotarsi” delle loro riserve lipidiche, rilasciando acidi grassi liberi che attivavano le cellule staminali dei follicoli piliferi. Quando invece questo processo veniva bloccato (per esempio inibendo l’enzima ATGL), la ricrescita si fermava completamente.

 Lo studio ha rivelato anche un percorso a tre attori: prima intervengono i macrofagi, richiamati dall’irritazione cutanea; questi attivano gli adipociti; gli adipociti rilasciano acidi grassi mono-insaturi, che a loro volta istruiscono le cellule staminali dei follicoli a “riaccendersi”. E non solo: applicare esternamente questi acidi grassi sui topi ha avviato la ricrescita senza bisogno di provocare un’infiammazione precedente, cosa che lascia immaginare, con molta prudenza, possibili terapie future basate su creme o composti topici.

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